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12/11/2025 ore 17.29
Economia e lavoro

Incontro fra gli idonei 112 Calabria e la Regione, SI Cobas: «Perché Azienda Zero non c’era?»

Dal sindacato accuse verso i quadri: «Il presidente Miserendino era in corridoio ma non è entrato per l’incontro. Noi non ci fermeremo nella nostra battaglia»

di Francesco La Luna

Nulla di fatto se non notizie contrastanti e completamente negative. Questa mattina, a Catanzaro, si è tenuto l’incontro fra SI Cobas e l’assessore Marcello Minnenna per gli idonei del NUE 112 in Calabria, il numero unico per le emergenze. «Siamo stati ricevuti al sesto piano del palazzo regionale dall’assessore tecnico Marcello Minenna, in rappresentanza del presidente Occhiuto, ma non c’era nessuno di Azienda Zero», ovverosia il nuovo ente di governance per la sanità calabrese. «Per la verità – scrive nel comunicato il sindacato – il presidente Miserendino era presente in corridoio ma non è entrato per l’incontro, sicuramente per sopravvenuti impegni urgenti».

Idonei operatori Nue 112, dall’incontro in Regione rassicurazioni sullo scorrimento della graduatoria

L’incontro segue quello del 16 settembre scorso, ma le novità non sono confortanti: «In quella data il Direttore sanitario di Azienda Zero, Minniti, ci aveva riferito che quarantotto unità sarebbero state utilizzate per il servizio 116 e 117, oggi l’assessore Minnenna – prosegue la nota – ha smentito questi numeri, dandocene di inferiori».

La proposta di SI Cobas: «Utilizziamo gli idonei nelle aziende ospedaliere e nelle ASP»

Il sindacato comunque non molla la presa, anzi rilancia: «Nella discussione abbiamo chiesto che questa figura di operatore tecnico presente in graduatoria possa essere impiegata nelle aziende ospedaliere e nelle Asp provinciali per sopperire alla mancanza di personale». E poi conferma la volontà di continuare la battaglia per gli idonei calabresi: «Per troppo tempo queste persone – dice la nota – sono state ostaggio della politica e dei sindacati politici».

Nella nota c’è spazio anche per gli OSS, gli operatori socio sanitari: due di loro erano presenti all’incontro e hanno rivendicato, si legge nel comunicato, «che si avvii un piano di mobilità regionale ed extra regionale per permettere a molti lavoratori di avvicinarsi al luogo dove vivono».