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29/10/2025 ore 09.40
Economia e lavoro

Il Nord produce il doppio del Sud, ma la Calabria cresce del 3,1%: aumentano le imprese giovanili

Il settore agricolo spinge il rilancio economico ma permangono le difficoltà. È quanto emerge dallo studio sul valore aggiunto nelle province italiane realizzato dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere

di Redazione Economia

La ricchezza prodotta nel Settentrione è quasi il doppio di quella generata nel Mezzogiorno, 40.158 euro pro capite contro 22.353 euro. Milano guida la classifica provinciale con 65.721 euro, seguita da Bolzano con 55.065 e Bologna con 45.125. Sud Sardegna ultima con 18.140 euro, di poco avanti a Cosenza che segue con 18.166 euro. Il valore aggiunto generato dalla Lombardia è pari a 451 miliardi e 260,3 milioni, quello calabrese ha raggiunto quota 36 miliardi e 389,7 milioni di euro. Distanze sempre più ampie e sempre più marcate tra Nord e Sud del Paese. Il primo conta il 90% della potenza produttiva il secondo registra i numeri più alti in termini di disoccupazione ed emigrazione. Lo dicono i risultati dello studio sul valore aggiunto nelle province italiane realizzato dal Centro Studi TagliacarneUnioncamere. Quelle meridionali occupano in blocco gli ultimi 28 posti della classifica nazionale.

I dati di Unioncamere dicono che sono in calo le costruzioni (-3,26%) ed il settore manifatturiero (-0,7%)[Missing Credit]

Nonostante il quadro di persistente criticità, nel 2024 la Calabria ha segnato però un risultato positivo, evidenziando un balzo in avanti del 3,12%, il terzo rendimento più alto dell’anno dopo Puglia (+3,13%) e Sardegna (+3,74%). Il valore aggiunto misura il contributo di ogni singola impresa alla formazione del Prodotto interno lordo regionale. L’agricoltura ha fatto registrare un aumento della ricchezza prodotta del 7,93%. Sono cresciute le attività immobiliari, finanziarie ed assicurative, i servizi di supporto alle imprese e le attività professionali scientifiche e tecniche (+4,28%). Bene anche il commercio (+3,47%) e l’industria (+0,92%). In calo le costruzioni (-3,26%) ed il settore manifatturiero (-0,7%). Nel settore industriale in senso stretto solo otto province hanno chiuso il 2024 con un segno più: in testa c’è Reggio Calabria (+3,08%), seguita da Viterbo (+1,64%) e Rieti (+1,60%).

Gli occupati sono 618mila per il 75% nei servizi, il 14% nell’industria e il 12% in agricoltura[Missing Credit]

In Calabria l’80% del valore aggiunto è generato dalle attività di servizi, con all’interno una preponderanza delle attività commerciali, 15,6%. Il 14,6% è generato dall’industria, in cui la produzione industriale si concentra prevalentemente nel settore alimentare ed il restante 5,1% è generato dall’agricoltura. Gli occupati sono 618mila per il 75% nei servizi, il 14% nell’industria e il 12% in agricoltura. Nel 2024 il numero delle imprese è cresciuto con un saldo positivo dello 0,5%, trainato dal settore dei servizi. La Calabria ha uno dei tassi di crescita più elevati, su scala nazionale, in termini di avvio di nuove imprese giovanili.