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19/05/2025 ore 14.41
Economia e lavoro

Il Pecorino a latte crudo del Monte Poro rischia di scomparire: «Così proviamo a tenere viva una tradizione centenaria»

L’iniziativa Slow Food Day è stata celebrata in provincia di Vibo Valentia nel cuore del Monte Poro con laboratori e degustazioni di un prodotto sotto tutela, minacciato da cambiamenti climatici e abbandono delle campagne

di Stefano Mandarano

La rete di Slow Food in festa in tutta Italia, lo scorso fine settimana, in occasione dello Slow Food Day, la giornata dedicata alla riscoperta dei valori dell’organizzazione che promuove un rapporto sano, consapevole ed etico con il cibo e con i suoi processi produttivi. Eventi ed iniziative dal Trentino alla Sicilia, che hanno coinvolto anche la Calabria, con diversi appuntamenti a cura delle associazioni territoriali e delle comunità.

Iniziative che, come ha rimarcato Slow Food Italia, «mettono al centro la consapevolezza dietro le scelte che compiamo ogni giorno. Che testimoniano la nostra visione di una relazione buona, pulita, giusta e sana tra donne, uomini e natura. Che invitano a riaffermare il vero valore del cibo e a riscoprire il piacere del gusto».

Ed è stata proprio questa l’essenza dello Slow Food Day che, nella nostra regione, si è celebrato a Catanzaro, Guardavalle, Trebisacce, Roccaforte del Greco, Cittanova, Stilo, e, per il Vibonese, nel cuore del Monte Poro, là dove si produce l’unico Presidio Slow Food della provincia: il Pecorino a latte crudo dell’Altopiano Vibonese.

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La scelta dell’associazione territoriale del movimento della chiocciola, guidata dalla presidente Giuseppina Anastasi, è così ricaduta sulla Masseria Monte Poro, tra gli ultimi baluardi di una produzione di nicchia ma dalla storia secolare. Ad arricchire l’esperienza degli associati e degli ospiti, in una giornata di divulgazione incentrata sulla storia e sulle peculiarità del prodotto, sono stati il laboratorio dedicato alla ricotta di pecora e la degustazione del pecorino a latte crudo nelle varie fasi di stagionatura. 

L’abbinamento con i ricercati vini autoctoni delle Cantine Artese, guidate dai giovani ma esperti vignaioli Giovanna Artese e Leonardo Monterosso, ha esaltato poi le caratteristiche uniche di prodotti genuini e dalla storia antica che oggi si trovano però a fare i conti con l’abbandono delle campagne e la minaccia rappresentata dal cambiamento climatico.

«Il Pecorino a latte crudo è uno dei formaggi più antichi del territorio - ha spiegato il padrone di casa Gabriele Crudo, allevatore e casaro -. Di esso si parla fin dal ‘500 ma, con il passare del tempo, le tante famiglie che lo producevano hanno progressivamente abbandonato quest’attività e i figli non hanno raccolto il testimone dei loro padri e nonni. Le aziende, di conseguenza, sono sempre di meno e il prodotto va sempre più a scomparire. I pochi che siamo rimasti, proviamo a tenere viva una tradizione che rappresenta una ricchezza per il nostro territorio».

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E la tradizione vuole che il latte venga lavorato senza essere pastorizzato, a crudo appunto. A temperature comprese tra i 30 e i 38 gradi, per non disperdere quei sentori, profumi, aromi e quelle sostanze organolettiche che provengono dai pascoli ricchi di botaniche peculiari. Un processo, privo di chimica aggiunta, che però è molto sensibile ai fattori climatici.

«Il cambiamento climatico sta incidendo tantissimo sulla produzione - spiega Gabriele Crudo -, sia nell’alimentazione ma soprattutto nella condizione generale delle pecore. Negli anni scorsi siamo arrivati a perdere anche fino al 60 per cento della produzione. È un fenomeno che riguarda tutta l’agricoltura ma fa sentire i suoi effetti soprattutto sulle greggi e quindi sulla produzione del latte».

Per tutelare questo prodotto, nel 2020, è ufficialmente nato il Consorzio Pecorino del Monteporo Dop, organismo di tutela e valorizzazione che lo protegge da abusi e contraffazione. «È stato fatto un grande lavoro di squadra che ha messo insieme allevatori, trasformatori e produttori - ricorda Crudo -. L’obiettivo è proteggere il nostro pecorino ma soprattutto mantenere viva una tradizione che rappresenta un grande valore aggiunto per il nostro territorio».

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Per Slow Food Vibo Valentia, il Presidio del Pecorino a latte crudo dell’altopiano vibonese, è motivo di orgoglio e bene da tutelare. «È un onore per noi essere qui, nell’unico presidio della nostra provincia, per celebrare questa giornata - ha detto la presidente Giuseppina Anastasi -. Gabriele è il nostro punto di riferimento e rappresenta il nostro territorio nelle varie occasioni che la rete promuove. Ci auguriamo possa crescere ancora, a livello nazionale e internazionale.

L’attività che Slow Food dedica ai presidi è uno degli aspetti più importanti per il nostro movimento - ha spiegato Anastasi -: ricerchiamo piccole attività, prodotti in via d’estinzione, razze autoctone che rischiano di scomparire. Mettiamo insieme i produttori che in seguito aderiscono ad un preciso disciplinare. Tutto ciò porta ad avere un prodotto tutelato e garantito dal nostro marchio, che entra in una rete di commercializzazione e valorizzazione con i relativi vantaggi per i produttori, per il territorio ma anche per il consumatore finale».

Ma lo Slow Food Day è anche un’occasione per avvicinare sempre più persone ad un approccio etico e consapevole al cibo. «Alle nostre iniziative - annota la presidente - partecipano non solo gli associati ma anche quanti hanno interesse ad avvicinarsi alla nostra rete e ad aderirvi nel nome di quei valori che da sempre la contraddistinguono e che si riassumono nello slogan di Slow Food per un cibo più buono, pulito, giusto e per tutti».