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12/09/2025 ore 07.38
Economia e lavoro

In Calabria quasi 14mila posti di lavoro vacanti nel trimestre: agricoltura sempre più dipendente da stranieri

Secondo Unioncamere, oltre il 40% degli impieghi stagionali in agricoltura non sarà coperto. A settembre in Italia servono 43.850 figure professionali, 114.300 entro novembre. La nostra regione è la terza per fabbisogno

di Redazione Economia

La ricerca di personale non soddisfa il fabbisogno delle aziende italiane. Accade sempre più spesso. Mentre si avvia alla chiusura la stagione balneare, con numeri al di sotto delle attese, sono le imprese del settore primario ad essere costrette a fare i conti con la difficoltà a reperire lavoratori. A settembre ne servirebbero 43.850 e nel trimestre settembre-novembre 114.300. Secondo l’ultimo bollettino Excelsior sui programmi occupazionali delle imprese rilevati dal sistema delle Camere di commercio, però, più del 40% dei posti disponibili non verrà occupato. Anche in questo caso si tratta di lavoro stagionale, impieghi della durata di tre o quattro mesi. Soprattutto per la raccolta di frutta e verdura. Al Sud, dopo la Sicilia e la Puglia è la Calabria ad avere maggiore necessità per le coltivazioni ad albero e per le coltivazioni di campo che sono i primi due settori di attività del comparto.

Calabria, nelle aziende agricole servono 600 lavoratori in più

Una quota pari al 20% del fabbisogno delle aziende riguarda i servizi connessi all’agricoltura, seguono le coltivazioni di serra e l’allevamento, la silvicoltura e la pesca, queste ultime con un numero sempre minore di offerte di lavoro. In Calabria i posti disponibili a settembre sono 3.640 e nel trimestre settembre-novembre sono 13.880. Nelle aziende agricole della regione servono 600 lavoratori in più rispetto allo scorso anno. Resta invece invariato il peso dei singoli settori sul dato complessivo della produzione. In generale nelle imprese del Paese l’allevamento del bestiame (45%), la raccolta e la coltivazione dei campi (43%) ed i servizi connessi all’agricoltura (41%) fanno sempre più affidamento su lavoratori di cittadinanza non italiana. Il 68% degli operai specializzati del comparto zootecnico sono stranieri. Sempre secondo Unioncamere il personale non qualificato nell'agricoltura e nella manutenzione del verde rappresenta una quota del 47% sul totale. Le ricerche delle imprese spesso hanno risultati al di sotto delle necessità operative. Le scopertura di personale restano tali con ripercussioni negative su produzione e fatturato.