La spesa quotidiana pesa sempre di più: frutta, carne e vacanze spingono l’inflazione
I dati Istat di giugno mostrano un nuovo aumento del costo della vita: +1,7% l’indice generale, ma +2,8% per il cosiddetto carrello della spesa
La buona notizia è che l’inflazione resta sotto controllo. La cattiva è che i rincari colpiscono là dove fanno più male: nel portafoglio delle famiglie. I dati definitivi diffusi oggi dall’Istat sull’andamento dei prezzi a giugno fotografano una situazione che, sebbene contenuta rispetto ai picchi dello scorso anno, non lascia tranquilli i consumatori.
L’indice generale dei prezzi al consumo registra un aumento dell’1,7% su base annua, in lieve accelerazione rispetto all’1,6% di maggio. Ma la voce che preoccupa di più è quella del cosiddetto “carrello della spesa”, che comprende beni alimentari, per la cura della casa e della persona: qui l’inflazione sale al +2,8%, rispetto al +2,7% del mese precedente.
Prezzi alle stelle
E le famiglie italiane iniziano a sentirne il peso. Secondo i calcoli dell’Unione nazionale consumatori, per una coppia con due figli la maggiore spesa annua arriva a 630 euro, di cui ben 337 dovuti solo agli aumenti dei beni di uso quotidiano. Nella sola categoria alimentare, l’incremento dei prezzi è stimato in 320 euro l’anno, spinti in particolare dal rincaro della frutta fresca o refrigerata (+7,2%) e delle carni (+4,4%).
«Si tratta di aumenti che, mese dopo mese, possono sembrare modesti», spiega l’associazione, «ma che sommati rappresentano una stangata per le famiglie, soprattutto quelle meno abbienti, perché colpiscono beni essenziali e non rinviabili».
Un piccolo sollievo arriva dai prezzi energetici, in calo del 2,1% su base annua, grazie soprattutto al rallentamento della componente regolamentata, che passa da un +29,3% a un +22,6%. Ma il risparmio sulla bolletta non basta a compensare l’aumento dei costi per cibo e trasporti.
Capitolo vacanze
E a proposito di trasporti, è proprio il capitolo vacanze a far segnare le impennate più vistose. Il Codacons ha puntato i riflettori sulle voci legate al turismo, definendo “inequivocabili” i segnali di una vera e propria stangata estiva. I numeri parlano chiaro: a giugno i voli nazionali sono aumentati del 38,7% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, i traghetti del 19,6%, i pacchetti vacanza dell’8,7%. Rincari anche per hotel (+2,9%), villaggi turistici (+3,6%) e strutture alternative come case vacanza e bed & breakfast (+5,9%).
Attività culturali
E non si salvano nemmeno le attività culturali o ricreative: i prezzi dei servizi ricreativi e sportivi (dalle palestre ai parchi divertimento) salgono del 7,7%, i musei e i monumenti storici del 4%. Anche un gelato o un caffè al bar costano di più: +3,8% per le gelaterie, +3% per i ristoranti, +3,8% per i bar.
Un quadro complessivo che mette in difficoltà molte famiglie, proprio nel periodo dell’anno in cui, per tradizione, si cerca un po’ di relax. L’inflazione, insomma, non va in vacanza. E se da un lato i dati Istat confermano che la situazione generale non è fuori controllo, dall’altro mostrano quanto sia ancora lontano il momento in cui il carrello della spesa tornerà a pesare un po’ meno.