L’allarme di Confesercenti: nei primi sei mesi dell’anno spesa in calo di 2,4 miliardi di euro
Pesano l’aumento della pressione fiscale e le incertezze legate alla situazione economica internazionale. Crescono le difficoltà per il commercio al dettaglio messo in crisi dalle grandi piattaforme di vendita online
Tra il primo ed il secondo semestre dell’anno la spesa delle famiglie è aumentata solo dello 0,5%. La previsione, prima dell’estate, era di una crescita dello 0,7% e si è trasformata in un calo dei consumi, secondo lo studio di CER per Confesercenti, pari a 2,4 miliardi di euro. Sulla spesa delle famiglie hanno pesato la pressione fiscale e le incertezze sul quadro economico internazionale.
La pressione fiscale
Nel secondo trimestre la quota di imposte indirette sul valore aggiunto è salita al 15,1%, contro il 14,3% dello stesso periodo del 2024. Secondo Confesercenti «i dati di contabilità nazionale sul 2024 hanno delineato un aumento delle entrate correnti di 55 miliardi, di cui 21 da imposte dirette, 18 da indirette e 11,4 dai contributi». «Se questa dinamica proseguirà - sostiene Confesercenti - il saldo tra entrate e spese correnti dovrebbe essere positivo anche nel 2025, con un aumento di +8 miliardi sull’anno precedente». Più tasse da pagare, meno disponibilità economica per le spese quotidiane e per quelle generali: casa, bollette, scuola ed università dei figli, trasporti e mobilità, vacanze, relax e cultura, spese sanitarie.
Le dinamiche in atto
L’inflazione, all’1,7% su base annua, ed il caro prezzi, al 3,5% per i generi alimentari e al 3,9% dei prodotti per la cura della persona e della casa, hanno azzerato il potere d’acquisto delle famiglie che contavano sugli aumenti medi delle retribuzioni che a giugno, secondo l’Istat, su base annua sono stati pari al 3,9%. Maggiori per i dipendenti pubblici, di poco inferiori per i lavoratori del settore dei servizi e di quelli dell’industria.
Il primo semestre del 2025
Confesercenti ha definito «deludente la spinta dei saldi estivi». L’Istat, a luglio ha indicato un calo dello 0,3% dei volumi complessivi di vendita rispetto al mese precedente. La flessione dei beni non alimentari è stata dello 0,1% come pure delle calzature. Per effetto dei saldi solo l’abbigliamento ha fatto segnare «un modesto +1,9% in valore, nel confronto annuo».

In generale, ha lamentato Confesercenti «nei primi sette mesi dell’anno le piccole superfici hanno registrato una contrazione dello 0,9% in volume, mentre la grande distribuzione ha messo a segno un aumento dello 0,6%». «L’unico segmento in forte espansione - ha evidenziato l’associazione - rimane quello dei discount alimentari e delle grandi strutture a prevalenza food».
Commercio al dettaglio e piattaforme online
Per Confesercenti il commercio al dettaglio è stato messo fortemente in crisi dalle grandi piattaforme di vendita online. E servono dei correttivi urgenti. «Resta prioritario correggere lo squilibrio fiscale tra web e offline. Le grandi piattaforme di e-commerce internazionali godono da anni di vantaggi di natura “elusiva”: sfruttano differenze normative e disomogeneità tra Paesi – ha denunciato ancora Confesercenti - per scaricare sugli altri contribuenti ed in particolare le piccole e medie imprese il peso di un carico fiscale che dovrebbe invece essere condiviso equamente. Un fattore di concorrenza sleale che - ha lamentato Confesercenti - sottrae risorse allo Stato e quote di mercato alle imprese che operano correttamente».
Riforma fiscale e legge di bilancio
Il presidente di Confesercenti, Nico Gronchi, ha chiesto al Governo che la nuova legge di bilancio preveda «interventi a favore del rilancio dei redditi e della spesa delle famiglie a partire dalla riforma fiscale e dalla detassazione delle tredicesime».

Gronchi chiede uno sgravio «fino a mille euro di importo per avere un alleggerimento fiscale sostanzioso e subito visibile nelle buste paga». I prossimi mesi potrebbero essere difficili. Confesercenti prevede, in autunno, un ulteriore rallentamento dei consumi che potrebbe portare a 3,5 miliardi, entro la fine dell’anno, il calo della spesa complessiva delle famiglie italiane