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05/08/2025 ore 13.05
Economia e lavoro

L’appello degli imprenditori agroalimentari a “Scegliere la Calabria”: le ragioni di una scelta condivisibile

Le filiere autentiche costruiscono ricchezza diffusa, posti di lavoro puliti, sostengono l’export, rendono più forte il territorio di riferimento

di Massimo Tigani Sava

Alcuni giovani imprenditori del settore agroalimentare hanno rivolto nei giorni scorsi, grazie a LaC News24, un appello affinché l’estate in corso possa tradursi in una maggiore, se non addirittura strategica, attenzione per l’acquisto e il consumo di specialità calabresi.

Dai vini all’olio d’oliva, dai formaggi ai salumi, dalle conserve all’ortofrutta, dai dolciumi alla pasta, dalle bibite alle carni, senza dimenticare i mitici amari… Il paniere di specialità identitarie e tipiche di cui dispone una regione tanto antica e legata alla lavorazione della terra è molto grande e si rivolge ad ogni esigenza o gusto. Certo occorre distinguere tra il “falso Made in Calabria” e il “vero Made in Calabria”, figlio quest’ultimo di progetti certificati di filiera corta. La lettura attenta delle etichette, anche alla luce di recenti normative nazionali, può offrire tante informazioni utili al fine di orientarsi nella ricerca di genuinità, veridicità, autenticità.

Altro punto di riferimento sono senz’altro i marchi IG riconosciuti dalla UE (Dop, Igp…), in quanto legano i singoli prodotti a disciplinari controllati da specifici organismi statali. L’affidabilità dei singoli marchi aziendali, ovviamente nella libertà di scelta e di valutazione di ogni singolo consumatore, è un riferimento altrettanto importante, tant’è che molti protagonisti del mondo agroalimentare ed enogastronomico locale, come si dice in gergo, “ci mettono la faccia”. Infine, un ruolo decisivo hanno anche gli intermediari specializzati, sia nel settore “retail” sia della ristorazione: possono consigliare, fornire spiegazioni, descrivere il loro rapporto con i fornitori.

Ecco perché chiedere informazioni è sempre utile, per capire esattamente che cosa si acquista, senza farsi confondere da eventuali proclami di “calabresità” che talora si fermano al puro marketing, ma senza avere un retroterra produttivo ben distinguibile e trasparente. Pur senza sposare atteggiamenti manichei, nessuno può negare che le vere filiere agroalimentari costruiscono ricchezza diffusa, difendono e creano posti di lavoro puliti, sostengono l’export, accrescono un tessuto sociale sano, rendono più forte il territorio di riferimento.

Ognuno di noi, anche singolarmente, può far tanto con le proprie scelte quotidiane, decidendo in autonomia come spendere il proprio denaro. Premiare, ovunque sia possibile, la Calabria non è in alcun modo un’assurda battaglia autarchica, perché comunque il mondo globale ci invita e ci obbliga ad avere visioni più ampie. È pur vero, però, che amare la propria terra significa anche aiutare e condividere gli sforzi di tutti quegli imprenditori che non si sono arresi, che continuano a lavorare su progetti credibili per quanto faticosi, che si spendono per salvaguardare culture, tradizioni, stili di vita.

C’è tanta Calabria da scoprire sul fronte agroalimentare ed enogastronomico, dalle grandi attività produttive, che sono state capaci di sbarcare anche nei cinque continenti, alle più piccole produzioni artigiane, spesso a conduzione familiare. Altri imprenditori hanno chiesto di dire la loro per condividere un appello tanto spontaneo quanto generoso. Quest’estate “Scegli la Calabria”!