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10/05/2025 ore 12.06
Economia e lavoro

L’associazione funzionari contabili degli istituti penitenziari calabresi: «Lasciati soli e senza tutele»

Appello al senatore Rapani e al sottosegretario Delmastro: «Servono riforme urgenti e un fondo legale per difendere chi tutela il patrimonio dello Stato»

di Redazione

I funzionari contabili degli istituti penitenziari calabresi lanciano un grido d’allarme. Attraverso una nota ufficiale, l’associazione nazionale Funzionari contabili del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria denuncia le gravi criticità che da anni affliggono chi, quotidianamente, è chiamato a gestire il patrimonio dello Stato all’interno delle carceri della regione.

L’Associazione si rivolge ora al senatore Ernesto Rapani e al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, chiedendo un intervento immediato in sede politica e istituzionale per porre fine a una situazione definita «non più sostenibile».

«Finito il tempo del silenzio»

«L’Associazione nazionale Funzionari contabili del DAP – si legge in una nota - denuncia pubblicamente la gravissima situazione dei Contabili del Materiale negli istituti penitenziari della Calabria, già oggetto di attenzione da parte della Corte dei Conti, e rivolge un appello formale al Senatore Ernesto Rapani e al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro affinché si facciano carico della questione in sede politica e istituzionale».

«Nonostante una nota dettagliata inviata al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, – si legge ancora – le risposte finora pervenute sono state del tutto insufficienti e formali, prive di qualsiasi misura concreta a tutela dei contabili.

La Corte dei Conti – Giurisdizione Calabria, con ordinanze istruttorie e sentenze recenti, ha già rilevato gravi anomalie nella gestione dei conti giudiziali e delle responsabilità attribuite impropriamente ai contabili, che si trovano a operare senza poteri decisionali né strumenti adeguati; con sistemi informatici inadeguati (come il SIGMA); senza la possibilità di nominare sub-consegnatari per le varie aree (armi, vestiario, magazzini, au-tomezzi); senza alcun fondo di tutela legale, pur essendo soggetti a procedimenti e contestazioni. A chi spetta la responsabilità di difendere chi difende ogni giorno il patrimonio dello Stato?».

I funzionari contabili chiedono «un intervento immediato del Parlamento e del Governo per riformare il sistema di gestione dei beni mobili negli istituti penitenziari; adottare linee guida operative nazionali; introdurre la possibilità di nominare sub-consegnatari interni, come avviene per altre forze dell’ordine; istituire un fondo legale nazionale per la difesa dei contabili oggetto di contestazioni. Non è più il tempo dei silenzi. Serve un’azione concreta. Il senatore Rapani conosce bene il territorio calabrese e le sue fragilità, il Sottosegretario Delmastro ha la responsabilità politica del comparto penitenziario: confidiamo che si attivino immediatamente».

L’Associazione Nazionale Funzionari Contabili si dice «pronta a un confronto diretto e a portare la questione in ogni sede competente, anche giurisdizionale, qualora dovesse persistere l’inerzia dell’Amministrazione».