Lavorano per il fisco metà dell’anno: per le imprese calabresi la pressione fiscale sfiora il 54%
Lo dice l’ultimo report dell’Osservatorio sulla tassazione delle piccole imprese della Cna. Reggio è la provincia più penalizzata, seguono Cosenza e Crotone
I titolari di imprese personali calabresi lavorano per il fisco 196 giorni all’anno. Tasse e contributi Ivs, tributi comunali e addizionali regionali e comunali sul reddito si traducono in una pressione fiscale complessiva pari al 53,58%. Lo dice l’ultimo studio dell’Osservatorio sulla tassazione delle piccole imprese della Cna.
Secondo l’organizzazione la pressione fiscale è diminuita sensibilmente: si è passati dal 52,8% del 2023 al 52,3% del 2024. Ma al Sud è maggiore rispetto alle regioni del Nord Italia. A Bolzano nel 2024 la tassazione ha toccato il 46,3%, ad Agrigento il 57,4%. Undici punti percentuali di differenza. La prima delle grandi città è Milano, al 18esimo posto, con una pressione complessiva al 50,5%.

Le province calabresi si trovano nelle posizioni più arretrate della classifica. Le imprese personali della regione lavorano per pagare le tasse 10 giorni in più rispetto alle imprese del Nord. Le differenze tra le regioni sono dovute alla diversa incidenza percentuale dei prelievi fiscali da parte dello Stato e da parte dei Comuni. In Calabria oltre i due terzi va a finire all’Erario. Tari, Imu e Tasi rappresentano il 15% dei prelievi. Il rapporto dell’Osservatorio della Cna si basa su una simulazione dei costi a cui è assoggettata un’azienda tipo. Nello specifico un'impresa individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio di proprietà destinato alla vendita di 175 mq con valori immobiliari di 500mila euro, 5 dipendenti, ricavi per 431mila euro e un reddito d'impresa di 50mila.
La provincia calabrese con la tassazione più alta risulta Reggio con il 54,4%. Seguono Cosenza e Crotone con il 54,3%, Vibo Valentia con il 52,6% e Catanzaro con il 52,3%. Secondo la Cna il livello di tassazione è maggiore nelle province dove è minore l'efficienza della gestione e della qualità dei servizi offerti a cittadini e imprese.

«Il livello di tassazione è molto elevato - ha dichiarato il presidente di Cna, Dario Costantini - e rappresenta un vincolo alla crescita. Le imprese meritano un fisco più leggero, più semplice e più equo. Auspichiamo che la proroga per la riforma del fisco sia utilizzata per attuare l'equiparazione delle detrazioni a prescindere dalla tipologia di reddito e la separazione della tassazione del reddito d'impresa delle imprese personali tra quello che viene distribuito e quello destinato ai consumi personali».