Lavoratori green introvabili: nel 2024 persi 2 milioni di posti tra industria e servizi: l’allarme di Confartigianato
Mancano architetti, ingegneri e manodopera specializzata. Granelli: «A rischio la competitività delle imprese. Bisogna puntare sulla formazione tecnica e professionale».
Percorsi formativi specifici ed incentivi per le assunzioni di lavoratori green. Le aziende programmano l’inserimento di nuovo personale con competenze specifiche ma i posti restano scoperti. Nel 2024 nell’industria e nei servizi sono andati persi 2 milioni di posti di lavoro. A lanciare l'allarme è Confartigianato. La richiesta delle aziende è alta nei campi delle energie rinnovabili, della bioedilizia, nelle attività rivolte all’efficienza energetica, nella gestione e riciclo dei rifiuti e nell’agricoltura sostenibile.
«Il rischio - avverte il Presidente di Confartigianato Marco Granelli - è di avere una transizione verde senza lavoratori green». Le scoperture in media sono pari al 50% del fabbisogno. Ma ci sono regioni che superano abbondantemente questa soglia. In Trentino-Alto Adige la quota di lavoratori green introvabili tocca il 58%, in Umbria il 56,8%, in Friuli-Venezia Giulia il 56,6% e in Valle d'Aosta il 56,4%. Una quota rilevante delle richieste di personale riguarda professioni altamente specializzate. Sono in testa ingegneri ed architetti seguiti da energy e mobility manager, esperti in smart city e green marketing manager. Ma la richiesta è maggiore nella manodopera, ma sempre per profili specializzati. I settori in cui le imprese investono di più nella ricerca di queste figure professionali sono le public utilities (energia, gas, acqua, ambiente); le industrie chimiche, farmaceutiche e petrolifere; le costruzioni; le industrie automobilistiche, di attrezzature e dei mezzi di trasporto; le industrie della gomma e delle materie plastiche. Le professioni green sono sempre più richieste nel settore scolastico, nella sanità, nel turismo e nei servizi di supporto alle aziende. %).
Secondo Confartigianato le difficoltà di reperimento di personale qualificato sono maggiori per le micro e piccole imprese. Le scoperture di manodopera green riguardano il Friuli-Venezia Giulia (65,4%), il Trentino-Alto Adige (64,1%) e Umbria (63,2%). «La sostenibilità – dice Granelli - non è solo una scelta etica, ma un'opzione strategica di crescita economica, che oggi viene frenata dalla carenza di competenze. Ne va della capacità competitiva del nostro Paese. Serve una riforma della formazione tecnica e professionale che metta l'ambiente e l'efficienza energetica al centro dei programmi scolastici, rafforzando – conclude il presidente di Confartigianato - i percorsi di istruzione duale e di apprendistato».