Lavoratori sottopagati e senza tutele, Confcommercio: «Stop ai contratti “pirata” nel turismo e nel terziario»
Soprattutto al Sud accordi capestro costringono i lavoratori a rinunciare a migliaia di euro di stipendio, malattia e ferie. I dati e l’allarme lanciato dall’associazione
Poche garanzie e quasi nessuna tutela. Nel terziario e nel turismo un contratto può costare ad un lavoratore fino a 12mila euro in meno in un anno. Contratti capestro senza garanzie per malattia e ferie e con orari di lavoro fuori scala. La denuncia arriva dalla Confcommercio che ha presentato uno studio curato da Michele Faioli su data set dell’ultimo rapporto del Cnel. La giungla degli accordi, soprattutto nelle piccole aziende, penalizza il lavoro e costituisce una fonte di concorrenza sleale.
«I contratti nazionali depositati sono oltre 1.000, ma solo una parte è firmata da organizzazioni realmente rappresentative. Il quadro diventa particolarmente critico – sostiene Confcommercio - nei settori del terziario e del turismo, dove si contano più di 250 tipologie di accordo. Indennità e welfare integrativo sono quasi inesistenti, gli orari sono più lunghi e meno regolamentati, e le coperture per malattia o infortunio si fermano al 20-25% contro il 100% garantito dai contratti di maggior peso». Questi contratti che distorcono le tutele di base risultano essere applicati da 21mila aziende con 160mila dipendenti.
Secondo Confcommercio il fenomeno è circoscritto soprattutto a microimprese e cooperative del Sud: trova terreno fertile nelle aree del Paese più fragili dal punto di vista economico. «Guardiamo con forte preoccupazione – ha detto il presidente di Confcommercio, Giorgio Sangalli - al cosiddetto dumping contrattuale, un fenomeno che sta assumendo proporzioni sempre maggiori, soprattutto in alcune aree del nostro Paese, che mina le regole della concorrenza, svaluta il lavoro e crea disparità tra imprese e tra lavoratori. C’è, dunque, bisogno di rafforzare la collaborazione con i sindacati, ma soprattutto di una maggiore attenzione da parte del Governo a cui chiediamo un impegno concreto per impedire l’applicazione di contratti sottocosto». Confcommercio, il cui contratto nazionale per i dipendenti delle aziende del settore terziario riguarda 2,5 milioni di lavoratori, chiede che tutte le imprese siano tenute obbligatoriamente a comunicare il tipo di accordo stipulato con il personale.