Le famiglie tagliano la spesa alimentare, una su tre riduce gli acquisti preferendo offerte e discount per riempire il carrello
L'aumento dei prezzi incide su quantità e qualità degli acquisti. Caffè, olio e pane sono divenuti quasi generi di lusso. Il Codacons: «Il Governo adotti provvedimenti»
Una famiglia italiana su tre risparmia sulla spesa alimentare. Il budget resta pressoché invariato, 2.755 euro al mese secondo l’Istat, ma gli italiani fanno più attenzione a cosa acquistano e preferiscono offerte e discount per riempire il carrello a parità di spesa o a prezzi minori. In tempi di crisi bisogna ingegnarsi. I rincari sono generalizzati e vanno a toccare prodotti di prima necessità divenuti quasi generi di lusso. Pasta e pane, zucchero, caffè e olio non sono più alla portata di tutti. Un dramma.
I parametri di calcolo impiegati dall’Istituto nazionale di statistica pongono l’asticella verso l’alto perché non tutte le famiglie possono spendere oltre 2.700 euro al mese. Ce ne sono ben 4 milioni al di sotto della soglia di povertà, con disponibilità di denaro presunte, comprese tra i 1.190 e i 1.900 euro mensili, a seconda del numero dei componenti. Queste famiglie potrebbero non rientrare nel calcolo, aggravando ulteriormente il quadro della situazione. Il Paese viaggia a più velocità. Secondo l’Istat nelle regioni del Nord-Est la spesa media costa 834 euro in più rispetto al Sud. Per il Codacons la situazione sta diventando insostenibile.
«L’aumento dei prezzi incide sulle quantità e sulla qualità degli acquisti. Gli italiani – ha detto il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - hanno modificato le proprie abitudini attraverso una stretta ai consumi. L'onda lunga dei rincari continua purtroppo a farsi sentire anche nel 2025, con aumenti a due cifre per alcuni prodotti alimentari di largo consumo e vendite che crollano in volume. Per questo è importante che il Governo adotti provvedimenti efficaci per far scendere i listini al dettaglio in settori essenziali come gli alimentari, considerando il venire meno di fattori come il caro-energia che negli ultimi anni hanno influito sui prezzi».
Per Confesercenti «nel 2024 la spesa complessiva per consumi è aumentata in termini nominali di appena lo 0,6% rispetto al 2023, ma al netto dell'inflazione il potere d'acquisto delle famiglie ha registrato una nuova frenata: in termini reali valutiamo una contrazione di circa 4 miliardi di euro». L’associazione di categoria parla di deciso «arretramento». Il Paese si trova di fronte ad una «ampia perdita strutturale». Perché, sostiene Confesercenti, «rispetto al 2019, la spesa reale delle famiglie risulta ancora inferiore dell'11% circa - pari a 3.400 euro in meno l'anno di cui 600 euro per alimentari».
Non passa giorno che non vi sia una statistica o dato negativo sul benessere e sulla qualità della vita delle famiglie. Il Sud ne esce sempre perdente. Ad essere direttamente colpiti sono la casa, con gli aumenti della spesa per le bollette e l’approvvigionamento dei generi di primissima necessità. Dietro i numeri ci sono 12 milioni di italiani oggi a rischio povertà.