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26/11/2025 ore 06.30
Economia e lavoro

L’Europa investe in Africa: 600 milioni per sviluppo industriale e per fermare l’avanzata cinese

Bruxelles punta ad assicurarsi materie prime. Sviluppo economico e Agenda 2030 sono al centro del settimo vertice tra Unione africana ed Unione europea a Luanda, capitale dell’Angola

di Redazione Economia

Duecento milioni di euro allo Zambia per il suo sviluppo industriale ed altri 400 per collegare le città minerarie del Congo al porto angolano di Lobito. L’Europa investe in Africa per assicurarsi materie prime e per fermare l’avanzata cinese. Pechino accelera il passo e Bruxelles è costretta ad inseguire. Sviluppo economico e Agenda 2030 sono al centro del settimo vertice tra Unione africana ed Unione europea a Luanda, capitale dell’Angola. L’incontro vede la partecipazione di 28 capi di Stato e di governo e 18 rappresentanti di Paesi africani, oltre a 14 leader europei e delegati di 12 Stati membri dell’Unione europea. Presenti, insieme alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, il presidente angolano Joao Lourenco, che quest’anno detiene la guida di turno dell’Unione africana e il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. La premier italiana, Giorgia Meloni, è arrivata nella capitale angolana accompagnata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dopo aver preso parte al vertice del G20 di Johannesburg, in Sudafrica. Agenda 2030 è il programma pluriennale di investimenti che ha consentito di rafforzare la cooperazione tra i due continenti. Lanciato nel Duemila alla prima conferenza bilaterale del Cairo ha fatto da apripista per ulteriori piani di investimento che la Commissione europea ha definito negli anni a seguire. «Stiamo costruendo nuove infrastrutture insieme – ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen - per collegare l’Africa e l’Europa, dai porti, alle condutture. Il messaggio è chiaro: in questa fase di tensioni internazionali, crediamo nel potere del commercio». L’ultimo piano di finanziamenti europeo per l’Africa è il Global Gateway. «Quando abbiamo lanciato Global Gateway - ha detto ancora la presidente - puntavamo a investire 150 miliardi di euro in Africa entro il 2027. Finora abbiamo già mobilitato oltre 120 miliardi di euro. Siamo sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo. In un momento in cui altri grandi investitori stanno riconsiderando il loro impegno globale, l’impegno dell’Europa nei confronti dell’Africa è destinato a durare». Un riferimento chiaro alla forte concorrenza cinese: Pechino ha investito oltre 50 miliardi di dollari in tre anni in infrastrutture, innovazione agricola, transizione energetica e soprattutto attività mineraria.

Gli scambi commerciali Europa-Africa

L’Unione europea continua a essere il principale partner economico e commerciale del continente africano, con scambi di beni e servizi che nel 2023 hanno raggiunto i 538 miliardi di dollari. Anche qui però, la Cina, si dimostra particolarmente attiva con nuovi accordi commerciali sulle risorse naturali. L’Italia fa la sua parte con il Piano Mattei per l’Africa per il quale sono previsti investimenti per un valore di 11 miliardi di euro. Nel corso del vertice si è discusso del progetto più importante e per certi versi più controverso attualmente allo studio delle due organizzazioni: l’ammodernamento del corridoio ferroviario di Lobito: 1.300 chilometri di tracciato che si snoda attraverso Zambia, Repubblica Democratica del Congo e Angola fino all’Oceano Atlantico. L’infrastruttura sarebbe essenziale per l’approvvigionamento europeo di materie prime strategiche.

foto: Lobito corridor investment promotion[Missing Credit]

Due settimane fa il commissario europeo per lo Sviluppo, Jozef Síkela, ha annunciato un finanziamento di 200 milioni di euro a sostegno della crescita industriale dello Zambia. La Commissione europea ha deciso di stanziare altri 143 milioni di euro in aiuti umanitari per la regione sub-sahariana. La Banca africana di sviluppo e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo hanno avviato una ricognizione su 11 progetti infrastrutturali del valore di 2 miliardi dollari.