Licenziata insieme ad altri 37 colleghi, definitivo il reintegro per l’unica autista donna della Simet: «Ora si pensi a chi è rimasto fuori»
Il Tribunale di Castrovillari ha cristallizzato quanto già deciso a giugno scorso con il rientro al lavoro di Elda Renna, licenziata nel 2022: «Adesso è finita davvero»
di Mariassunta Veneziano
C’era ancora un piccolo gradino da salire. Un’ultima udienza che cristallizzasse per sempre e oltre ogni dubbio quanto già stabilito dai giudici del Tribunale di Castrovillari a giugno scorso. Elda Renna è una biglia in equilibrio su un filo di emozioni: il sollievo, l’amarezza e la speranza.
Simet e Birs – la società del gruppo Fs che alla fine del 2023 ha affittato il ramo d’azienda, per poi procedere all’acquisizione – devono procedere al reintegro definitivo.
Reintegro che, nei fatti, era già avvenuto con il rientro al lavoro di Elda Renna, unica autista donna dell’azienda, tra i 38 destinatari delle lettere di licenziamento recapitate da Simet il 13 settembre 2022.
«Adesso è finita davvero», commenta dando merito al giudice Giordano Avallone per «l’accortezza dimostrata nei confronti dei lavoratori». E fin qui il sollievo.
La soddisfazione, anche, per questa battaglia tutta al femminile, condotta con l’affiancamento costante e infaticabile dello studio legale dell’avvocato Susanna Cecere: «Abbiamo dimostrato quanto è forte la perseveranza delle donne».
Poi l’amarezza. Per i colleghi rimasti fuori e per quelli – una decina – che, da dentro, invece di riaccoglierla a braccia aperte hanno innalzato «un muro» cercando, dice, di tenerla ai margini delle dinamiche aziendali. Di contro, però, ci sono state le testimonianze d’affetto di tanti passeggeri, «esternazioni meravigliose da parte di persone che nemmeno conoscevo», racconta.
Una gioia appena sfiorata, quella di Elda Renna, che spiega di essere, sì, felice per il risultato ottenuto, ma anche combattuta tra sentimenti contrastanti perché «tutta questa guerra – dice – io non la volevo».
Eppure si è battuta, ma solo per necessità, sottolinea: «Mi sono difesa da un licenziamento illegittimo. Non ce l’avevo e non ce l’ho tuttora con Simet».
Ora può davvero mettere una pietra sopra a tutta la vicenda. O quasi. «Vorrei riuscire a far rientrare gli altri colleghi rimasti fuori che vogliono tornare». Eccola, la speranza. «Tra poco sarà l’8 marzo, spero che quanto accaduto a me possa essere un faro e dare coraggio a tante altre donne. Ma non solo alle donne. Ai lavoratori in generale».
E dalla speranza, un appello. A Birs, perché non lasci inascoltato il grido di chi è rimasto a casa: «Sono padri di famiglia, lavoratori che vogliono ricominciare dove avevano interrotto. Li faccia tornare».