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10/03/2025 ore 06.15
Economia e lavoro

L’ingegnere calabrese di Eni alla ricerca del Santo Graal dell’energia atomica che può cambiare il mondo

Lorenzo Fiorillo, 50enne di Vibo Valentia, è a capo della divisione Tecnologia, Ricerca e Sviluppo del colosso italiano. I progetti con Regno Unito e Stati Uniti per la realizzazione della fusione nucleare: «Tra il 2030 e il 2040 le prime centrali commerciali»

di Pablo Petrasso

Il traguardo della prossima rivoluzione energetica è il raggiungimento del “Q maggiore di 1”. L’espressione è roba da tecnici: per i profani significa trovare una macchina capace di generare più energia di quella utilizzata per il suo funzionamento. Se non è il Santo Graal siamo nei paraggi. La ricerca si concentra sull’obiettivo in tutto il mondo e al centro degli sforzi italiani c’è un ingegnere calabrese. È Lorenzo Fiorillo, 50 anni, nato a Vibo Valentia, da maggio 2024 Director Technology, R&D & Digital di Eni.

Il colosso nazionale dell’energia ha avviato H3at, un progetto sviluppato assieme all’Agenzia britannica dell’energia atomica (Ukaea) per avanzare verso l’energia da fusione nucleare.

Fiorillo – che, dopo essersi laureato in Ingegneria Chimica a Pisa nel 1998, è entrato in Eni un anno dopo come tecnico di ottimizzazione delle Produzioni nella sede di San Donato Milanese – ne racconta il senso al Corriere della Sera: «È un progetto unico e strategico a livello globale – spiega –. La gestione del trizio è essenziale per la fusione e l’impianto ottimizzerà il recupero e il riutilizzo di questo combustibile, migliorando l’efficienza e la sostenibilità della tecnologia. Ecco perché possiamo dire che questo impianto sarà fondamentale per lo sviluppo delle future centrali a fusione».

Eni costruirà e gestirà l’impianto con Ukaea: una sinergia internazionale che vede l’Italia entrare dalla porta principale in uno degli ambiti di ricerca strategici per il futuro dell’energia. Oltre al focus sulla gestione del trizio, la collaborazione comprenderà attività di ricerca e sviluppo. «Lavoreremo su sistemi di conduzione elettrica, soluzioni di raffreddamento e altre tecnologie cruciali per l’evoluzione della fusione», spiega Fiorillo.

L’ingegnere calabrese spiega che il progetto è già in fase avanzata: negli Stati Uniti Cfs, uno spin-off del Massachusetts Institute of Technology (Mit) in cui Eni ha investito nel 2018, sta già costruendo la prima macchina che produrrà più energia di quella utilizzata per alimentarla: «Collaboriamo con il Mit dal 2008 e abbiamo diversi progetti attivi con loro».

La fusione con trizio e deuterio è oggi la più promettente: «Tra i primi anni del 2030 e il 2040 potremo avere le prime centrali commerciali», sostiene l’ingegnere.

L’energia da fusione potrebbe risolvere sia i problemi di sicurezza energetica che spianare la strada alla decarbonizzazione e Fiorillo in una frase ne illustra i motivi: «La fusione è sicura, inesauribile, disponibile per tutti e a zero emissioni. Può garantire una fonte stabile e pulita in grado di soddisfare la crescente domanda energetica globale. Sarà una risorsa strategica per tutti i Paesi», dice al Corriere della Sera.

A Boston, Eni sta costruendo «una macchina per immettere energia nella rete entro gli anni ’30». La rivoluzione è più vicina di quanto si possa immaginare.

Lorenzo Fiorillo, la carriera in Eni

Dopo essersi laureato in Ingegneria Chimica a Pisa nel 1998, nel gennaio 1999 entra in Eni come Tecnico di ottimizzazione delle Produzioni, presso la sede di San Donato Milanese. A valle di una iniziale esperienza in sede sugli studi di giacimento e nei distretti operativi italiani, nel 2004 va a ricoprire presso la società Enimed a Gela il ruolo di Technical Manager, assumendo successivamente responsabilità crescenti, sia in Sicilia che in Tunisia, fino ad essere nominato nel gennaio 2010 Presidente e Amministratore Delegato di Enimed.
Tra il 2012 e il 2018 è in Congo nel ruolo di Directeur General della società Eni Congo con la responsabilità di gestire il business di Eni nel Paese, lavorando sullo sviluppo delle attività a lungo termine, in particolare attraverso la strategia di valorizzazione delle riserve di gas.
In seguito all’esperienza in Congo, ricopre analogo ruolo anche in Nigeria nella società Nigerian Agip Oil Company fino a luglio 2020 assumendo anche la Presidenza dell’OPTS (Oil Producers Trade Section).
Successivamente va a ricoprire la posizione di Responsabile della Regione Upstream West Africa e nell’aprile 2021 assume la responsabilità dell’intera Regione dell’Africa Sub Sahariana.
A partire da giugno 2022 è nominato Responsabile Operations & Energy Efficiency nella Direzione Generale Natural Resources, con responsabilità sulle attività di produzione, manutenzione, perforazione, logistica e decommissioning.
Dal 2023 è membro del Gruppo Tecnico di Confindustria.