«L’Ue mette a repentaglio il futuro dell’agricoltura per una decisione di bilancio», scatta la mobilitazione contro il fondo unico
Agricoltori sul piede di guerra contro la proposta della Commissione europea che vedrebbe la Politica agricola comune accorpata ad altri investimenti. Le associazioni di settore denunciano tagli per miliardi e lanciano una petizione. E anche il ministro Lollobrigida storce il muso
Non piace affatto agli agricoltori italiani l’ipotesi di accorpare la Politica agricola comune (Pac) in un fondo unico in cui nel prossimo bilancio Ue potrebbero confluire anche altri programmi, a partire dalle politiche di Coesione. E infatti, hanno già cominciato a muoversi in vista del 16 luglio, data in cui la Commissione europea presenterà la proposta sulla nuova Politica agricola comune post 2027, insieme a quella sul prossimo bilancio pluriennale (2028-2034) che potrebbe appunto contenere l’idea di un fondo unico.
Secondo le principali organizzazioni agricole italiane e non solo, tutto ciò si potrebbe tradurre in un indebolimento della stessa Pac – andando, la proposta della Commissione Ue, a modificarne la struttura di finanziamento -, con conseguenti rischi per «il futuro dell’agricoltura europea e la capacità dell’Europa di autoalimentarsi». La Pac, sostengono, si andrebbe a diluire e disperdere in un quadro più ampio e meno mirato, con il pericolo concreto che venga a mancare una visione condivisa e dunque si creino differenze tra i vari Stati membri, con alcuni pronti a dare maggiore importanza alla sicurezza alimentari e altri meno. Partendo da qui, Copa e Cogeca – due organizzazioni europee che raccolgono le varie associazioni nazionali di agricoltori e le cooperative agricole – hanno deciso di lanciare una petizione, “No Security without CAP”, sottolineando che «la Commissione Ue non deve mettere a repentaglio il futuro dell’agricoltura europea per una decisione di bilancio». L’obiettivo è quello di sensibilizzare e mobilitare tutto il comparto agricolo europeo. Tante le organizzazioni che hanno già aderito: in Italia sono 58, in altri Paesi ancora di più – ad esempio, al momento in Svezia sono 758, in Germania 457.
Lollobrigida: «Mantenere Pac distinta da altre politiche Ue»
Ma non sono solo gli agricoltori ad esprimere perplessità e preoccupazione per le prossime possibili mosse della Commissione in tema Pac. Nei giorni scorsi si è tenuto a Roma un incontro bilaterale tra i ministri dell’Agricoltura italiano e spagnolo, Francesco Lollobrigida e Luis Planas. Durante il colloquio, ha fatto sapere al termine il Masaf, è emersa una forte convergenza sull'importanza di preservare una Politica agricola comune solida e autonoma. «I due ministri hanno ribadito la necessità di mantenere la Pac distinta dalle altre politiche dell'Unione europea, esprimendo riserve sull'ipotesi di un fondo unico per gli strumenti di intervento. Una Pac forte rappresenta un elemento essenziale per garantire il reddito degli agricoltori e la sicurezza alimentare del continente», è scritto nella nota diffusa dal Ministero.
A Bruxelles, i socialisti europei in una lettera alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen hanno annunciato che daranno battaglia contro il fondo unico, anche per la necessità che la Pac non venga «diluita».
Agricoltori italiani sul piede di guerra
Tornando alle posizioni degli agricoltori italiani, proprio ieri una delle associazioni più rappresentative, la Cia, ha tenuto una conferenza stampa per lanciare un «appello per una battaglia unitaria che veda insieme mondo agricolo, istituzioni nazionali, politica e cittadini, a difesa della Pac e contro il fondo unico». Il presidente nazionale Cristiano Fini ha parlato di assenza di dialogo tra agricoltori e Commissione Ue, denunciando anche che «all’agricoltura sembra sia riservato un 20% in meno delle risorse già stanziate: quindi un taglio totale di circa 80 miliardi di euro sugli attuali 400, e per l’Italia 8 miliardi in meno sui 38 già assegnati. Senza calcolare l’inflazione che nel precedente bilancio ha pesato circa il 14%».
Confagricoltura ha invece annunciato che la propria giunta confederale proprio il 16 luglio si riunirà a Bruxelles per seguire i lavori della Commissione Ue da vicino. Anche loro paventano il rischio di tagli e sostengono l’ipotesi di un fondo unico è «inaccettabile: indebolirebbe il tessuto rurale europeo, colpendo l’economia dei territori, a svantaggio dell’occupazione, del benessere dei cittadini e della sicurezza alimentare».
Contraria anche Legacoop Agroalimentare: «Una proposta che rischia di indebolire la Pac, disperdere risorse e generare incertezza. L’agricoltura ha bisogno di risorse tracciabili, dedicate, stabili».