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17/04/2025 ore 15.39
Economia e lavoro

«Non ci fermeremo finché ci sarà un solo morto sul lavoro»: Fumarola a Reggio rilancia la battaglia per la sicurezza

Dallo Stretto la segretaria generale del sindacato detta l’agenda nazionale: più ispettori, contrattazione al centro, infrastrutture per unire il Sud all’Italia che cambia

di Silvio Cacciatore

«Non finiremo mai finché ci sarà anche un solo morto sul lavoro». Con queste parole, forti e nette, Daniela Fumarola ha aperto il suo intervento al XII Congresso della Cisl della Città Metropolitana di Reggio Calabria, tenutosi all’Hotel Excelsior. È il suo primo “Primo Maggio” da segretaria generale, quello prossimo venturo e la battaglia per la sicurezza sul lavoro torna prepotente al centro dell’agenda sindacale, insieme a quella per il rilancio del Mezzogiorno e delle infrastrutture. Dalla Calabria, terra simbolo di ritardi ma anche di visioni e risorse inespresse, parte un messaggio chiaro: partecipazione, diritti e sviluppo devono camminare insieme.

Sicurezza, diritti, ispettori: una battaglia che non si ferma mai

«A dire il vero, non abbiamo mai smesso di combattere questa battaglia», ha detto Fumarola con fermezza. Il tema delle morti sul lavoro, al centro anche della recente stretta normativa introdotta dal Governo, resta uno degli snodi su cui la Cisl rivendica il proprio impegno costante. «Già dal febbraio dello scorso anno abbiamo anzi intensificato le nostre azioni, perché pensiamo che non bisogna mai abbassare la guardia. Bisogna attivare ogni leva possibile».

La segretaria ha espresso apprezzamento per la patente a crediti, obbligatoria dal prossimo ottobre nei cantieri edili, ma ha chiesto che venga estesa anche ad altri settori, laddove i rischi restano elevati. Sulla stessa linea, la richiesta di più ispettori del lavoro, non solo in termini numerici, ma anche di effettiva capacità d’intervento sul territorio. «Crediamo che ci debba essere una spinta forte verso quelle imprese che investono in salute e sicurezza, e bisogna riconoscere loro un incentivo. Così come bisogna dare più protagonismo ai nostri rappresentanti dei lavoratori nei luoghi di lavoro». L’obiettivo, ribadisce, non è negoziabile: «Non potremo mai concludere il nostro percorso finché continuerà a morire qualcuno sul lavoro».

Contrattazione, non scorciatoie

Il riferimento è netto, e tocca un altro fronte di attualità sindacale: quello dei referendum sul lavoro. La Cisl si è detta contraria all’uso del referendum per modificare normative complesse e cruciali come quelle che regolano i contratti e le tutele. «Noi non valutiamo positivamente il ricorso al referendum per affrontare queste tematiche. Su quei quesiti è già intervenuta la Consulta, e quindi siamo ben oltre. Pensiamo invece che bisogna riportare il tutto nel recinto della contrattazione».

Per la Fumarola, la contrattazione è il vero strumento democratico per tenere insieme diritti, flessibilità, tutele e nuove forme di lavoro. Non una posizione tecnica, ma una visione precisa del ruolo del sindacato nel tempo della crisi e della frammentazione. «Dobbiamo sviluppare contrattazione ovunque sia possibile, lo diciamo da tempo. E continuiamo a ribadirlo: è lì che si costruisce il lavoro buono».

Non solo Ponte: il Sud ha bisogno di una rete

Nel dibattito infrastrutturale, il Ponte sullo Stretto torna ciclicamente come simbolo di ambizione o spreco. La posizione della Cisl, anche su questo, è chiara: favorevole alla sua realizzazione, ma solo se inserita in una visione d’insieme. «Siamo favorevoli al Ponte, ma non pensiamo che debba essere l’unica opera da mettere in campo – ha detto Daniela Fumarola -. Bisogna assolutamente investire in infrastrutture, perché è necessario connettere la Calabria al resto del Paese, e il Paese al resto dell’Europa».

La questione dei 18 miliardi mancanti per l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria pesa come un macigno sul dibattito pubblico. La Cisl chiede che si utilizzino bene le risorse disponibili e, se necessario, se ne individuino altre, perché «bisogna colmare assolutamente i ritardi che ci sono». Ma il punto più forte è forse quello più strategico: «Alta velocità, assolutamente sì, ma anche una rete infrastrutturale che valorizzi le aree interne e le connetta fra loro». L'idea non è solo di correre più veloci, ma di non lasciare indietro nessuno.

Lavoro, investimenti, Sud: un'economia da ricostruire

L’Italia è al venticinquesimo mese consecutivo di calo della produzione industriale. Daniela Fumarola non fa previsioni allarmistiche, ma rifiuta le formule stereotipate. «Non abbiamo la sfera di cristallo, ma pensiamo che bisogna mettere in campo tutti gli investimenti possibili». E aggiunge: «Abbiamo risorse importanti da spendere, e questo vale in tutto il Paese, ma a maggior ragione al Sud, a maggior ragione in questa regione».

Cita il Pnrr e i fondi di coesione, ma li inquadra in un ragionamento più ampio: serve una politica industriale vera, non la somma di singole vertenze. «Abbiamo una serie di filiere da difendere, e dentro queste filiere dobbiamo continuare a difendere il lavoro. Ma serve una strategia, una visione. Investimenti che generino nuova occupazione, stabile, contrattualizzata». In altre parole: non basta tamponare l’emergenza, bisogna riscrivere il futuro.

Dialogo globale, ma con un’Europa protagonista

Nelle stesse ore del congresso reggino, Giorgia Meloni è volata negli Stati Uniti per incontrare Donald Trump e affrontare i nodi caldi del commercio internazionale e dei dazi. Fumarola non entra nel merito delle scelte politiche, ma ribadisce il valore del confronto. «Penso che sia importante che la premier sia andata da Trump, perché il dialogo va sempre coltivato».

Tuttavia, non manca un richiamo al quadro istituzionale europeo. «Abbiamo letto che c’è stata una interlocuzione molto forte con la Von der Leyen, e auspichiamo che possa tornare con risultati positivi, o almeno con impegni che facciano bene all’Europa e all’Italia». Il messaggio è chiaro: l’Italia deve giocare la sua partita internazionale, ma senza uscire dal perimetro dell’Unione Europea, soprattutto in ambiti che ne sono competenza esclusiva, come i trattati commerciali.

Il coraggio della partecipazione, davvero

Alla fine, tutto si tiene. La battaglia per la sicurezza sul lavoro, quella per una contrattazione che funzioni, le infrastrutture, il rilancio dell’economia e la credibilità internazionale dell’Italia: sono tasselli diversi di una stessa visione. E in questa visione, la partecipazione non è uno slogan, ma una necessità storica.

Da Reggio Calabria, la Cisl ha voluto dare un segnale forte, raccogliendo la sfida lanciata da Nausica Sbarra: «Cambiare è possibile, se si ha il coraggio di farlo insieme». E Daniela Fumarola ha raccolto quell’appello con lucidità e concretezza, portando il peso di una responsabilità nazionale dentro un territorio che, più di altri, chiede giustizia sociale, lavoro vero, e futuro. La speranza, come la partecipazione, ha bisogno di gambe forti per camminare.