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11/10/2025 ore 21.05
Economia e lavoro

Ordini professionali, scatta l’obbligo di informare i clienti sull’uso dell’intelligenza artificiale

Entra in vigore la legge che introduce nuove regole in ambito lavorativo. Previsto un uso dell’Ia nel lavoro dipendente e nelle professioni intellettuali che sia di supporto strumentale ma non sostitutivo

di Redazione Economia

Scatta l’obbligo per i professionisti di comunicare ai clienti «le informazioni relative ai sistemi di intelligenza artificiale utilizzati». Lo prevede la legge 132/2025 sull’intelligenza artificiale in vigore da ieri. Molti ordini professionali, come quello dei giornalisti, si sono organizzati per tempo. Altri stanno adeguando i propri criteri di comunicazione. Confprofessioni e Associazione nazionale forense hanno predisposto un modulo informativo «pensato per essere usato in maniera trasversale da tutte le professioni» e che «può essere allegato alla lettera di incarico professionale, al consenso informato in ambito sanitario o a qualsiasi contratto che preveda l’obbligo di comunicare l’uso di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale».

La legge in vigore da oggi adegua la normativa italiana all’AI Act europeo e definisce «i princìpi in materia di ricerca, sperimentazione, sviluppo, adozione e applicazione di sistemi e di modelli» di intelligenza artificiale. Le novità riguardano l’utilizzo personale e quello in ambito lavorativo. I datori di lavoro dovranno informare il personale e saranno responsabili dell’utilizzo che i propri dipendenti ne faranno in azienda: sul posto di lavoro potranno essere impiegati solo i modelli autorizzati dalle imprese. Lo stesso obbligo di comunicazione, circa l’impiego di modelli di Ia, sussisterà da parte dei professionisti nei confronti dei propri clienti. Nella sanità l’intelligenza artificiale potrà essere impiegata a supporto di diagnosi e cure laddove venga esplicitamente richiesto dal medico curante previa informazione del paziente.

In generale la norma stabilisce che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel lavoro dipendente e nelle professioni intellettuali debba essere di supporto strumentale ma non sostitutivo. Il lavoro intellettuale deve mantenere un ruolo prevalente nel servizio reso. La comunicazione ai clienti deve essere fatta «con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo». Nella Pubblica amministrazione e nel settore giustizia l’Ia potrà essere utilizzata a supporto dei procedimenti amministrativi dove il funzionario resterà l’unico titolare della responsabilità. Anche in questo caso varrà il principio di trasparenza degli atti, legato al consenso informato. Le prescrizioni della legge 132 sull’utilizzo dell’Ia nei luoghi di lavoro valgono anche per le professioni non organizzate in ordini o collegi, regolate dalla legge 4/2013, che va riguarda professioni di tipo amministrativo come pure attività legate, ad esempio, alla sfera della cura della persona.