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19/08/2025 ore 09.32
Economia e lavoro

Pensione? No, grazie. In Calabria cresce il numero di over 70 alla guida delle micro imprese

Sono oltre 14mila i titolari alla guida che non vogliono lasciare l’azienda di famiglia nonostante l’età avanzata. Il fenomeno pesa soprattutto in agricoltura, dove un titolare su tre supera questa soglia anagrafica

di Redazione Economia

Non vogliono abbandonare l’azienda di famiglia e spesso sono impegnati in prima persona nelle attività sul campo. Aumenta, in Calabria, il numero di imprenditori over 70 alla guida delle micro imprese, le aziende fino a 10 dipendenti che in termini di numeri rappresentano il 90% della forza produttiva regionale. Non vanno in pensione, non trovano un adeguato supporto nelle nuove leve e continuano a stare in prima linea e ad investire nel proprio settore di lavoro non tenendo conto del dato anagrafico.

Il fenomeno accomuna tutte le aree del Paese con punte elevate al Sud: Basilicata, Abruzzo, Sicilia e Puglia sono le regioni con l’incidenza maggiore. Ben 14.646 dei 112.721 titolari d’impresa calabresi sono over 70, il 13% del totale. Secondo Unioncamere le province che dal 2015 ad oggi registrano gli incrementi più consistenti di imprenditori over 70 sono Palermo (+1.840), Torino (+1.794), Milano (+1.763), Napoli (+1.439) e Reggio Calabria (+1.314).

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In termini percentuali le maggiori variazioni si registrano a Enna (+5,2%), Crotone (+4,8%), Chieti (+4,6%), Vibo Valentia (+4,5) e Grosseto (+4,3%). A Catanzaro (2,8%) e Cosenza (2,1%) sono le province calabresi nelle quali è minore la crescita di over 70 alla guida delle imprese. Il settore in cui il fenomeno è più marcato è l’agricoltura dove un titolare su tre ha almeno 70 anni. Seguono le attività estrattive, la fornitura di energia e l’artigianato manifatturiero. In fondo alla classifica le aziende del settore informatico e tecnologico e le aziende di consulenza.

Unioncamere evidenzia che «l’invecchiamento dei titolari riflette una doppia dinamica: da un lato il rallentamento del ricambio generazionale, dall’altro la resistenza - anche culturale - a cedere la guida dell’attività». Il dato preoccupa soprattutto «per le piccole imprese tradizionali, spesso familiari e radicate nel territorio, dove il passaggio di testimone è cruciale per garantirne la sopravvivenza». La capacità di innovazione passa anche attraverso il rinnovamento delle strategie produttive e di mercato. Nuove visioni e mission d’impresa salvaguardano la tradizione e assicurano il futuro ai brand e ai loro dipendenti anche in contesti i cui numeri ed il cui perimetro d’azione possono essere limitati.