Pensioni, la rivalutazione degli assegni costerà 5 miliardi di euro: ne servono 30 per chiudere la Manovra
Il Governo a caccia di risorse per colmare gli aumenti in bilancio. Ripartizione sulla base delle fasce di reddito. La spesa complessiva attuale è di 335 miliardi
La rivalutazione delle pensioni sarà nei prossimi capitoli di bilancio e costerà 5 miliardi di euro al lordo dell’imposizione fiscale sugli aumenti degli assegni previsti per fasce di reddito. I tecnici del ministero dell’Economia sono al lavoro per recuperare le risorse necessarie. Un fabbisogno, quello previdenziale, che unito alle esigenze di finanziamento degli altri ministeri porta a 30 i miliardi necessari a Palazzo Chigi per chiudere la manovra 2026 senza imporre sacrifici ai contribuenti.
Sui conti peseranno, inoltre, le scelte legate al finanziamento del programma europeo per la sicurezza e per la difesa comune e la quota annuale di partecipazione alle spese Nato. Sul fronte interno la maggioranza ha intenzione di mettere in campo «ulteriori interventi fiscali significativi a favore delle famiglie». Lo ha detto nel corso del suo intervento al Forum di Cernobbio il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il calcolo sulle pensioni dovrà tenere conto dell’inflazione che ad agosto ha toccato quota 1,7% su base annua. La spesa complessiva attuale per la copertura degli assegni è di 335 miliardi. La rivalutazione sarà sulla base delle fasce di reddito da pensione previste per il 2025: 100% per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo, 90% per quelli tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo e 75% per quelli superiori a cinque volte il trattamento minimo.
La platea dei beneficiari
Secondo i dati sugli importi di pensione ai beneficiari riferiti al 2023 (ultimo dato disponibile) i beneficiari di pensione che hanno assegni inferiori a 2.500 euro lordi (il limite per le quattro volte il minimo, fino al quale si ha diritto alla rivalutazione piena, è 2.394 euro) sono il 78,9% del totale per una percentuale di importo complessivo del 56,7%. Se si applicasse questa percentuale alla spesa per pensioni prevista nel 2025 bisognerebbe rivalutare dell'1,7% oltre 201 miliardi di spesa prevedendo uno stanziamento di oltre 3,4 miliardi. Per i restanti 153,7 miliardi di spesa pensionistica anche prevedendo un recupero solo dello 0,75% dell'aumento dei prezzi, quindi solo dell'1,27% la spesa necessaria sarebbe di 1,959 miliardi portando la spesa complessiva per la rivalutazione degli assegni oltre i 5,3 miliardi.