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05/11/2025 ore 06.44
Economia e lavoro

Per l’agricoltura il 2025 sarà un anno decisivo. E in Calabria il settore teme il cambiamento climatico

I numeri di una ripresa instabile mentre la desertificazione avanza a un ritmo allarmante. A ostacolare il lavoro degli operatori il clima impazzito, lunghi iter burocratici e filiere complesse

di Redazione Economia

Dopo anni difficili segnati da crisi, siccità e rincari energetici, l’agricoltura italiana nel 2024 ha evidenziato una lieve ripresa. I dati Istat indicano una crescita dell’1,4% nella produzione agricola e un aumento del valore aggiunto del 3,5%. L’Italia resta leader in Europa per valore della produzione agricola, che supera i 42 miliardi di euro.
Ma dietro questi numeri positivi si nascondono difficoltà importanti. L’aumento riguarda soprattutto vino, frutta e ortaggi, mentre cereali e olio d’oliva sono in calo. Il clima impazzito, lunghi iter burocratici e filiere complesse continuano a ostacolare gli agricoltori.
Nel 2024, gelate improvvise e ondate di calore hanno danneggiato i raccolti soprattutto nel Centro e nel Sud Italia. I costi di produzione rimangono alti e chi lavora la terra guadagna sempre meno. Coldiretti sottolinea come in Italia si producano prodotti di eccellenza, ma manchi la capacità di valorizzarli appieno: “Servono meno carte e più attenzione sul campo”.
Gli eventi climatici estremi degli ultimi dieci anni hanno causato danni per oltre 18 miliardi di euro. Siccità e alluvioni si alternano, riducendo la disponibilità di acqua e mettendo a rischio la produttività. Nel Mezzogiorno la desertificazione avanza rapidamente.

Il futuro dell’agricoltura passa per la tecnologia e la sostenibilità. Oggi l’agricoltura 4.0 in Italia vale 2,3 miliardi di euro, ma riguarda solo una parte delle aziende. Droni, sensori e irrigazione intelligente potrebbero ridurre gli sprechi e aumentare la produzione, ma serve formazione per gli agricoltori e un migliore accesso al credito.
Secondo la Fondazione Bruno Kessler, se entro il 2030 la diffusione delle tecnologie digitali diventasse diffusa, la produttività potrebbe crescere del 20%, riducendo anche consumi ed emissioni.
La nuova Politica Agricola Comune per il periodo 2023-2027 ha introdotto regole più verdi e fondi per i giovani agricoltori, ma in Italia molte risorse restano inutilizzate a causa della burocrazia.
Nel 2025 sono emerse alcune priorità fondamentali: innovazione e formazione, gestione efficiente dell’acqua e miglioramento delle filiere corte, puntando a prezzi più trasparenti.
L’Italia, con la sua biodiversità e qualità dei prodotti, ha il potenziale per diventare un laboratorio mediterraneo di agricoltura sostenibile, ma serve rapidità decisionale, meno frammentazione e più ricerca.

La Calabria rappresenta un crocevia emblematico delle difficoltà e delle potenzialità dell’agricoltura nel Sud Italia. Con oltre il 30% del suo territorio dedicato all’attività agricola, la regione è storicamente vocata alla produzione di eccellenze come olio d’oliva, vino, agrumi, bergamotto e peperoncino. Tuttavia, questa vocazione si scontra con molteplici problemi.
Negli ultimi dieci anni, una impresa agricola calabrese su quattro ha chiuso, secondo dati Istat e Svimez. Attualmente le aziende attive sono circa 80 mila, prevalentemente a conduzione familiare, ma il valore aggiunto del settore cresce lentamente (+1,2% nel 2024) e resta oltre il 40% sotto la media nazionale.
La Calabria è anche una delle regioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici: siccità ripetute, incendi e frane hanno messo a dura prova i raccolti e la sicurezza del territorio. Questi fenomeni, uniti a una burocrazia spesso soffocante, rallentano l’innovazione e limitano le possibilità di crescita e di esportazione.
Nonostante ciò, ci sono segnali di rinascita importanti. La Calabria è una delle prime regioni italiane per agricoltura biologica, con oltre un terzo della superficie coltivata in regime biologico. Inoltre, nascono cooperative e startup giovanili che combinano agricoltura, turismo e digitale, puntando a una valorizzazione più sostenibile del territorio e dei prodotti tipici.
Perché questa rinascita possa proseguire occorrono infrastrutture idriche moderne, politiche di sostegno mirate e un miglior accesso al credito, soprattutto per i giovani agricoltori che intendono innovare.
La sfida della Calabria riflette quella del Mezzogiorno: trasformare la fragilità in forza per costruire un’agricoltura sostenibile e competitiva, capace di valorizzare la ricchezza del territorio e i prodotti unici della regione.