Sezioni
Edizioni locali
23/12/2025 ore 09.22
Economia e lavoro

Pnrr, l’Italia accelera: spesi 110 miliardi. Passo spedito sulle riforme ma gli investimenti sono in ritardo

Sono 383.933 i progetti conclusi, stanziamenti record per Infrastrutture e Salute. Pagamenti quasi raddoppiati ma le opere arrancano e Bruxelles concede più tempo: obiettivi spostati oltre il 2026

di Redazione Economia

L’Italia accelera sul Pnrr e procede a passo spedito sulle riforme ma è ancora in ritardo sul fronte degli investimenti. Le prime hanno raggiunto quota 65%, mentre i secondi arrivano a malapena al 12%. La lettura del Piano nazionale di ripresa e resilienza è più complicata di quanto non si possa pensare, la realizzazione lo è di più. Nel complesso conta 156 investimenti e 68 riforme.

La cabina di regia diretta dal ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione, Tommaso Foti, ha certificato il completamento di 18 investimenti e 44 riforme per un totale di 110,3 miliardi. Alla data del 30 novembre risultano conclusi 383.933 dei 550.917 progetti finanziati. Avanzano, ha assicurato il ministro, i 50 obiettivi della nona rata da 12,8 miliardi che prevede, tra le altre cose, interventi strutturali in 45mila reti del sistema idrico nazionale, l’ammodernamento tecnologico di 280 ospedali, la telemedicina, i progetti di supporto educativo per i minori in difficoltà al Sud. L’Italia, come la maggior parte dei Paesi europei, è in ritardo rispetto al ruolino di marcia ed entro agosto 2026 è difficile che possa centrare tutti gli obiettivi. Il cambio di passo però c’è stato. Alla fine del terzo trimestre dell’anno la Ragioneria generale dello Stato ha registrato pagamenti per 37,4 miliardi, quasi il doppio rispetto ai 18,3 miliardi del 2024.

A febbraio l’Italia riceverà l’ultima trance del finanziamento: 28,4 miliardi. I ministeri che al momento hanno realizzato di più sono Giustizia (69%), Imprese (68,7%) e Università (63,4%). Il ministero delle Infrastrutture, che gestisce 41 miliardi di fondi, la quota più consistente di tutte, ha speso il 53,9% dei finanziamenti ed il ministero della Salute che ha a disposizione circa 20 miliardi ha speso il 49,5%. La digitalizzazione tocca il 43,5% mentre Cultura e Lavoro viaggiano molto al di sotto del 30%. Mancano all’appello anche alcuni interventi di rilievo nel settore delle imprese ed in quello agricolo. Secondo la cabina di regia entro la fine dell’anno i pagamenti supereranno i 45 miliardi.

Parlavamo dei ritardi. Impossibile rispettare la data del 30 agosto 2026. L’ultima revisione straordinaria del Pnrr ha così spostato le scadenze in avanti di tre anni sfruttando le cosiddette facilities, i veicoli finanziari che Bruxelles consente di utilizzare per completare i progetti e i pagamenti. Nelle facilities sono finiti finanziamenti per circa 24 miliardi di euro ai quali si aggiungono altri 45 miliardi di opere in corso di realizzazione.