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04/08/2025 ore 16.34
Economia e lavoro

Pnrr, mezza bocciatura dalla Corte Conti: «I progetti vanno avanti, criticità sulle opere più complesse»

Il dato emerge dalla relazione sullo stato di attuazione degli interventi nel I semestre del 2025. Venti i programmi esaminati. I ritardi maggiori riguardano carceri, adeguamenti antisismici e linee ferroviarie regionali

di Redazione Economia

Lo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale complementare che lo integra e lo potenzia risultano essere “sostanzialmente in linea con gli obiettivi europei”. È quanto sostiene la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti nella sua relazione relativa agli interventi realizzati nel primo semestre del 2025. La magistratura contabile ha esaminato a campione 16 progetti del Pnrr e 4 programmi del Pnc. Dal 2022 al 2024 le analisi della Corte dei conti hanno riguardato un’area di osservazione pari 41,77% del totale delle risorse previste da entrambi i piani per un importo complessivo di 93,17 miliardi di euro. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza consta di sei missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Nel 2023 è stato rimodulato passando da 191,11 a 194,42 miliardi per effetto della “REPowerEU” la settima missione che riguarda le nuove politiche energetiche comunitarie. Anche il piano finanziario del Pnc è stato rimodulato nel 2024 e con la legge di Bilancio del 2025 e le risorse adesso ammontano a 28,63 miliardi di euro. Nella sua valutazione semestrale la Corte dei conti evidenzia la “presenza di alcune criticità legate soprattutto a ritardi nelle opere più complesse, come le infrastrutture penitenziarie, la sicurezza sismica dei luoghi di culto e il potenziamento delle linee ferroviarie regionali”. Per la magistratura contabile questi ritardi dovuti alla rimodulazione degli interventi “in alcuni casi potrebbero condizionare il rispetto dei cronoprogrammi”. Tra le misure che interessano particolarmente le regioni del Mezzogiorno c’è la missione 3 - infrastrutture per una mobilità sostenibile. A questo obiettivo che punta a rendere il sistema dei trasporti più moderno, digitale e sostenibile sul piano ambientale sono destinati complessivamente 29,87 miliardi di euro (23,7 miliardi dal Pnrr e 6,1 miliardi dal Pnc).

Le infrastrutture ferroviarie sono uno degli interventi strategici di maggiore impatto per le regioni del Sud[Missing Credit]

Gran parte delle risorse sono previste per il potenziamento del trasporto “su ferro” di passeggeri e merci a livello nazionale e regionale, nonché per il miglioramento della resilienza climatica e sismica di ponti e viadotti e l’ammodernamento e la digitalizzazione della logistica portuale ed aeroportuale. I progetti vanno avanti ma i problemi non mancano anche in vista delle fine degli interventi sul campo. Per la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, infatti, ulteriori elementi di difficoltà “permangono nella rendicontazione (con dati disomogenei e richieste di pagamento frammentate), nelle segnalate carenze di personale nei settori chiave, nell’insufficienza del monitoraggio finanziario non del tutto efficace per valutare il reale stato di avanzamento dei progetti”. In più risulta una “scarsa tempestività di aggiornamento delle piattaforme digitali, in particolare ReGiS, strumento centrale per il controllo dei fondi”.

Monito della Corte dei conti sull'adeguamento degli strumenti amministrativi e normativi[Missing Credit]

Il monito lanciato dalla Corte dei conti è anche “sulla tenuta del sistema a partire dal 2026, quando il Pnrr sarà ufficialmente concluso e sorgerà il problema, soprattutto per gli Enti locali, della sostenibilità economica e organizzativa degli interventi realizzati o in corso di realizzazione”. Per la magistratura contabile è necessario “approntare gli adeguati strumenti amministrativi e normativi, ancora fase di elaborazione, per disciplinare la chiusura del Piano”.