Pollino–Sybaris prende forma, oltre 690 km di turismo lento in Calabria: «Un mosaico di culture e meraviglia»
L’itinerario attraversa più di 30 comuni, geositi Unesco, aree naturalistiche, siti archeologici e realtà agricole e pastorali. Manuela Laiacona, founder e responsabile della comunicazione: «L’idea? Far rivivere i borghi e convincere i giovani a restare o, magari, a tornare»
Pollino–Sybaris entra nella fase di test collettivo, avvicinandosi alla nascita ufficiale di una nuova destinazione di turismo lento che collega il Parco Nazionale del Pollino alla Sibaritide. Alla tavola rotonda di lancio hanno partecipato sindaci, Ente Parco, Parchi Archeologici, associazioni e operatori turistici. Il progetto, promosso da Catasta e sostenuto da Fondazione con il Sud e Fondazione Finanza Etica, prevede tre direttrici – Levante, Meridio e Ponente – per un totale di oltre 690 km di percorsi ciclabili e cammini, attraversando più di 30 comuni, geositi UNESCO, aree naturalistiche, siti archeologici e realtà agricole e pastorali.
L’obiettivo è valorizzare una Calabria ancora poco conosciuta, puntando su sostenibilità, natura, attività outdoor, cultura e gastronomia. Dopo la fase di studio e progettazione, Catasta ha avviato la sperimentazione dei percorsi con esperti come Officina del Buon Cammino e Basilicata Bike Trail.
Il test collettivo ha coinvolto associazioni, guide e tour operator che hanno valutato parte del tracciato, in particolare la direttrice Meridio, da Campotenese verso Ferrocinto e Civita, includendo tappe esperienziali come la visita all’azienda agricola Carlomagno.
Secondo Catasta, il valore del progetto sta nella rete territoriale: una collaborazione orizzontale tra istituzioni, operatori turistici e comunità locali. La tavola rotonda conclusiva al Parco Archeologico di Sibari è stata indicata come un passaggio chiave per la crescita condivisa della nuova destinazione. Ne abbiamo parlato con Manuela Laiacona, founder e responsabile della comunicazione.
Qual è l’idea originaria che ha portato alla creazione della destinazione Pollino–Sybaris e cosa rappresenta per il territorio?
Il progetto è nato dall’idea di collegare per la prima volta il Parco Nazionale del Pollino con la Piana di Sibari per farne una destinazione rivolta al segmento del turismo lento, un attrattore per camminatori e cicloturisti. I due territori sono naturalmente collegati, non solo geograficamente ma anche storicamente: in questo tratto di Alta Calabria Ionica, tra vette e mare, prosperò la civiltà degli Enotri e i Sibariti ebbero un rapporto profondo con la montagna, sia per le vie di comunicazione sia per il reperimento delle risorse. Basti pensare alla campagna di scavo ancora in corso a Laino alla ricerca dell’antica Laos.
Il progetto propone più di 690 km di percorsi: quali sono gli elementi distintivi che rendono unico questo sistema di ciclovie e cammini?
La straordinaria variabilità di scenari e paesaggi. Da oltre mille metri di quota si scende al livello del mare – anzi, dei due mari, perché il percorso tocca sia lo Ionio sia il Tirreno. Si attraversano geositi UNESCO e alcuni dei siti naturalistici più suggestivi del Sud, esplorando ecosistemi e “mondi” diversi, passando da un borgo all’altro. Lungo i percorsi cambiano vegetazione, clima, colori, storie, culture e sapori. In questo contesto ricchissimo si trovano i borghi arbëreshë, con il loro patrimonio culturale e gastronomico. È un vero mosaico di territori che offre continuamente nuovi elementi di meraviglia, stagione dopo stagione.
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Il coinvolgimento dei sindaci, del Parco del Pollino e dei Parchi Archeologici è stato molto ampio: quali forme di cooperazione sono nate e come cambieranno il futuro dell’area?
Abbiamo potuto sviluppare il progetto grazie alla collaborazione con l’Ente Parco Nazionale del Pollino e con il Museo di Sibari, con cui già cooperiamo tramite un accordo di partenariato pubblico-privato, gestendo il welcome point al Parco Archeologico e organizzando attività di promozione del territorio. Anche i sindaci degli oltre 30 comuni coinvolti sono promotori e attori attivi del progetto. Ente Parco, Museo e amministratori lavoreranno in tandem con operatori, guide ufficiali e associazioni per consolidare il sistema Pollino–Sybaris. È nata una rete trasversale, un esempio di comunità territoriale che condivide lo stesso progetto e coopera per realizzarlo. Un esperimento che segna un’evoluzione – e in parte una rivoluzione – nel modus operandi locale, con la possibilità di diventare un modello di sviluppo replicabile.
Il “test collettivo” segna una tappa importante: cosa vi aspettate da questa fase e quali saranno i prossimi passi verso la piena operatività?
Ora che abbiamo concluso la fase di travel design e di test procederemo con la strutturazione vera e propria del prodotto Pollino–Sybaris da presentare al mercato turistico, lavorando sul marketing territoriale, sulla ricettività e sulle attività ed esperienze che permetteranno al turista di entrare in contatto con le comunità locali e scoprire l’anima di questi luoghi.
Come il turismo lento può diventare una leva di sviluppo economico per le comunità locali, spesso colpite da spopolamento e marginalità?
Il turismo lento è un motore di crescita perché coinvolge direttamente la comunità locale, la valorizza e crea un rapporto autentico tra visitatori e territorio. È un turismo rigenerativo, che restituisce molto alla comunità e stimola nuove energie. Accogliere visitatori è un’occasione di confronto, arricchimento culturale e innovazione sociale. Il turismo lento può diventare il volano per far rivivere i borghi, è un terreno fertile per l’imprenditoria locale e offre un orizzonte stimolante per i giovani che restano e per quelli che potrebbero tornare.