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01/01/2017 ore 11.40
Economia e lavoro

Poveri (ma) elettori!

Etica e liberazione dal bisogno: sembra un binomio fondamentale in generale, ma a un passo dal voto lo è di più

di Mario Meliadò

Nel 2015, in Calabria, secondo l’Istat, s’è registrata una riduzione del 2,5 della “povertà relativa” (che indica non l’impossibilità di cibarsi, ma la difficoltà nell’approvvigionarsi di beni e servizi in rapporto alla media degli standard economici italiani). Buona notizia, eh. Solo che l’anno prima la povertà relativa investiva il 35,6% dei calabresi. E l’VIII Atlante dell’infanzia a rischio di Save The Children ci ha poi mostrato crudamente come nella nostra regione un minore su due (47,1%, per la precisione) versi in povertà relativa, appunto: chiaramente, ci spetta il record negativo su scala-Paese.

A poche settimane da fondamentali elezioni politiche, questo dato non può che far pensare. E deve far riflettere anche di più come i partiti più vari abbiano ben fiutato la pessima aria: gli 80 euro («da estendere alle famiglie con figli») di Matteo Renzi, i 780 euro («esenti da tasse e da pignoramenti») di reddito di cittadinanza di Beppe Grillo e i mille euro di pensione minima («per 13 mensilità») di Silvio Berlusconi sono legati da un fil rouge. Hanno in comune una solidarietà a matrice assistenzialistica che va anche bene, viste le nerissime nuvole all’orizzonte, ma certo non incoraggia a sperare nel futuro. E il bisogno fa già capolino in cabina elettorale con tre mesi d’anticipo.

A proposito: meglio non gettare i nastri dei regali di questo Natale. Potrebbero tornare utili per chiudere meglio le valigie dei nostri figli in fuga dalla Calabria.

 

Mario Meliadò