Produzione industriale in calo, si torna ai livelli del 2020: solo farmaci e trasporti evitano il tracollo
Ad agosto tonfo di energia e manifattura. Meno assunzioni nell’anno. L’Italia paga il consistente calo della domanda tedesca
La farmaceutica ed il settore dei mezzi di trasporto insieme a macchinari ed elettronica salvano il fatturato dell’industria italiana ad agosto ma non evitano la crisi. Il calo complessivo è pari al 2,4% rispetto a luglio. Rispetto al 2024 è pari al 2,7%. Da gennaio nel complesso la produzione industriale cede un punto percentuale. La diminuzione interessa in particolare il comparto energia.
La manifattura in senso stretto perde lo 0,7%. In calo l’alimentare, la chimica e la lavorazione di legno e carta. L’ultimo report dell’Istat non lascia dubbi sulle difficoltà del momento. Ma ci sono rendimenti a due cifre. La farmaceutica segna +17% e la produzione di mezzi di trasporto +10%. Lieve crescita anche per macchinari ed elettronica. Questi risultati, però non riescono a compensare il gap negativo. L’Italia paga il consistente calo della domanda tedesca.
La Germania accusa un crollo della produzione del 4,3% che fa tornare indietro il Paese ai livelli del 2005. Il settore automobilistico paga il prezzo maggiore con una perdita di 18 punti rispetto al 2022. Proprio il settore automobilistico, dove è più forte la concorrenza e dove i dazi sull’export Usa stanno generando problemi di tenuta, desta le maggiori preoccupazioni. Italia e Germania hanno chiesto alla Commissione un cambio di rotta per salvaguardare la produzione europea.
Confcommercio parla di «ulteriore segnale delle difficoltà della nostra economia ad uscire dalla fase di stallo che stiamo attraversando». Per l’associazione di categoria «il dato odierno si allinea a tutte le informazioni congiunturali del mese che hanno mostrato un deterioramento, guidato in buona parte dalle difficoltà delle famiglie di tornare a comportamenti di consumo in linea con le dinamiche del reddito».
«Non fa eccezione – conclude Confcommercio - neanche il dato sul turismo che, in presenza di un complessivo miglioramento, vede la componente interna in regresso nel mese più importante dell'anno per il settore». Gli italiani si spostano di meno e spendono di meno anche per l’acquisto dei generi di prima necessità. Oggi Unioncamere ha pubblicato le previsioni sul mercato del lavoro ad uno e a tre mesi elaborate dal sistema Excelsior che misura i livelli di domanda e di offerta di occupazione nel Paese. Ad ottobre le previsioni dicono che le assunzioni sono in calo dell’1% e che da qui a dicembre la contrazione sarà pari al 2,1%.
La flessione risulta generalizzata in tutte le aree del Paese. Il terziario ricerca 890mila lavoratori e il comparto industriale 330mila, 240mila il turismo, il commercio 199mila, i servizi alla persona 159mila e le costruzioni 128mila. Nel comparto industriale cresce la domanda di figure specializzate nella meccatronica. Nelle previsioni di Unioncamere resta molto alto il numero delle scoperture. Da qui a dicembre la metà dei posti disponibili non saranno occupati.