Referendum, Trotta (Cgil): «Troppo silenzio sui quesiti ma gli italiani voteranno per un Paese più civile»
Durante la puntata del format di LaC Dentro la Notizia il segretario regionale del sindacato inizialmente critica le dichiarazioni rilasciate dal ministro Salvini in merito al voto poi entra nel dettaglio dei 5 punti su cui i cittadini sono chiamati a decidere
Il segretario regionale della Cgil, Gianfranco Trotta, è intervenuto durante la puntata di Dentro la Notizia, il format di approfondimento di LaC. Inizialmente ha criticato le dichiarazioni rilasciate dal vicepremier a Lamezia Terme: «Salvini è a geometria variabile perché, l’altra volta diceva alle persone di andare a votare, oggi ha cambiato idea. Un esponete di governo che si trova lì in quanto eletto e ha usufruito del voto dei cittadini, non può dire di non andare a votare alle persone – ha continuato il segretario della Cgil -. Questo è un violentare la democrazia! La democrazia si basa sull’espressione del voto, per questo ci sono state persone che hanno perso la vita, che hanno combattuto per acquisire questo diritto-dovere. Votare è un obbligo che i cittadini hanno».
Trotta (Cgil) a Salvini: «L’Alta velocità guarda alla Puglia, non alla Calabria. Come ci arriviamo al Ponte senza treni veloci?»Poi è entrato nel merito dei referendum. Partendo proprio dal primo quesito, quello che in sostanza riguarda l’abolizione del Jobs Act, che viaggia di pari passo con il secondo punto del referendum: «Stiamo parlando di una norma ben precisa, la reintegra del caso in cui un giudice stabilisca che si tratta di un licenziamento illegittimo. Cosa che non c’è più con il Jobs Act. Viviamo in un mondo del lavoro precarizzato dove alcuni datori di lavoro preferisce licenziare e pagare la remunerazione stabilita che continuare il rapporto con il dipendente».
«Il terzo quesito invece vuole abolire una norma, quella di attingere ai contratti a tempo determinato senza un giusto motivo. Uno capisce che nelle piccole imprese ci siano dei periodi con dei picchi di produzione e quindi ci sia più bisogno di manodopera, in questo caso indico la causale. Ma quando non si verificano più queste situazioni, il tempo determinato diventa un’arma per mettere sotto pressione il lavoratore, per ricattarlo. Un meccanismo per far sentire il lavoratore sempre precario e per evitare che non gli venga sottratto il contratto, sottostà alle vessazioni che ci sono nei luoghi di lavoro».
Salvini in Calabria: «L’Alta velocità? Cancellati i vecchi studi di fattibilità, siamo in attesa di un nuovo progetto»Invece il quarto quesito riguarda principalmente la sicurezza sui luoghi di lavoro: «Questo governo ha alleggerito le norme sulla gestione degli appalti, un committente può subappaltare più volte creando una catena che non finisce mai e ciò parcellizza tutte le responsabilità. Si sono verificati molti casi dove le autorità hanno impiegato più giorni a capire chi fosse il datore di lavoro e in altrettanti casi le responsabilità sono state attribuite a distrazioni del lavoratore. Insomma non si trova mai a una soluzione decisiva. Noi, con questo punto del referendum, diciamo che la responsabilità sta sempre in capo al committente. Molte volte il committente è una grande azienda partecipate dallo Stato. Qui si tratta di salvare vite uname, le vite umane non hanno un prezzo. Non può esistere che l’azienda faccia profitto senza garantire la sicurezza dei lavoratori. Stiamo parlando come media di 3 morti al giorno».
L’ultimo quesito riguarda gli stranieri che al momento devono trascorrere 10 anni nel nostro Paese per ottenere la cittadinanza: «Su questo punto si sta facendo mota confusione, vengono messi in mezzo clandestini e immigrati in generale cosa che non centra nulla. Questa norma accorcia a 5 anni il tempo per richiedere la cittadinanza ma gli atri requisiti - quali fedina penale pulita, lavoro costante etc – restano intatti. Ciò significa dare dignità a tante persone che studiano in Italia, che vive e produce reddito in Italia. Queste persone arricchiscono la nostra cultura, perché le varie culture sono ricchezza dell’umanità intera».
Poi Trotta conclude sulla sfida del raggiungimento del quorum, che è la più complicata: «Io credo che i cittadini italiani andranno a votare, noi stiamo faticando tanto per diffondere il più possibile questo referendum. È vero che c’è stato tanto silenzio dal servizio pubblico in merito, lo ha denunciato anche Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni). Ma noi abbiamo battuto il territorio in lungo e in largo e le grandi lotte sui diritti dei lavoratori si sono sempre basate sulla solidarietà delle persone. Noi qua stiamo chiedendo di andare a votare per un’Italia con più civiltà».
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