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06/09/2025 ore 06.30
Economia e lavoro

Scuola, in Calabria il 5% di studenti stranieri nelle classi: al Nord sono più del triplo

In un anno le iscrizioni al Sud sono aumentate del 6,5%. Il report di Save the Children: uno su otto non ha la cittadinanza italiana. Ancora alti i numeri della dispersione scolastica

di Redazione Economia

Nelle regioni meridionali cresce il numero di studenti di origine straniera. È quanto emerge dal report "Chiamami col mio nome”, diffuso da Save the Children. L'indagine fotografa i riflessi dei mutamenti demografici nelle scuole del Paese. Meno nati da famiglie italiane e meno iscritti a partire dalle scuole dell’infanzia, maggiori ingressi da famiglie straniere: uno studente su 8 non ha la cittadinanza italiana, 4 volte di più rispetto al 2005. Oggi, rispetto a venti anni fa, 3 studenti di origine straniera su 5 (il 65,4%) sono nati in Italia. I numeri confermano la fortissima presenza di studenti stranieri nelle scuole del Nord (16,2%) e del Centro Italia (12,5%) in forza delle migliori condizioni lavorative che le regioni offrono agli immigrati.

Al Sud e nelle Isole la quota scende al 4,1% di media. La Basilicata con il 5%, la Calabria con il 4,9% e la Sicilia con il 4,1% sono le regioni con la maggior incidenza percentuale sulle classi nell’area. Queste aree sono privilegiate dalle migliori condizioni in termini di costo e qualità della vita e di sostenibilità economica. Negli ultimi 5 anni, al Sud, la percentuale di iscrizioni nelle scuole di ogni ordine e grado è cresciuta dell’1,5% in termini di quote regionali e del 6,5%, in un anno, in termini di iscrizioni negli istituti.

Gli studenti di origine straniera con cittadinanza non italiana sono 865.825, il 12,2% dell’intera popolazione scolastica (circa 8 milioni)[Missing Credit]

Gli studenti di origine straniera con cittadinanza non italiana sono 865.825, il 12,2% dell’intera popolazione scolastica (circa 8 milioni). In un anno il loro numero è aumentato dell’11%. La Lombardia, con più di 231 mila alunni - un quarto del totale - è la regione che registra la maggiore presenza, seguita da Emilia-Romagna e Veneto. Dal report di Save the Children emerge che questi studenti ottengono punteggi più bassi, rispetto agli studenti di origine italiana, alle prove Invalsi di italiano e matematica, ma più alti in inglese. La percentuale di dispersione scolastica è doppia (22%) rispetto ai coetanei italiani ed il 25% non completa il percorso di istruzione secondaria di II grado. Gli studenti con cittadinanza non italiana evidenziano inoltre tassi più elevati di ritardo scolastico: il 26,4% contro il 7,9% degli italiani. «Ad oggi – spiega Save the Children - l'Italia è tra i Paesi Ocse in cui gli studenti con background migratorio mostrano aspettative significativamente più basse (-12 punti percentuali) rispetto ai coetanei italiani riguardo all'iscrizione all'università e al completamento degli studi: soltanto il 3,9% degli studenti iscritti all'università è di origine straniera, con Lombardia, Lazio e Piemonte dove si concentra quasi la metà degli iscritti (poco più di 35 mila)». Ad incidere fortemente su rendimenti e propensione allo studio sono la condizione economica delle famiglie, l'orientamento scolastico e l’orientamento post scolastico. Molto scarsa la fiducia nel sistema della domanda/offerta di lavoro nella scelta del percorso di studi.