Sempre meno artigiani in Calabria: Cosenza, Reggio e Crotone tra le province più colpite in Italia
Costi alti, burocrazia e concorrenza online mettono in ginocchio il settore: nel 2024 chiuse 1.162 attività. La Cgia chiede più formazione, sostegni mirati e innovazione per frenare il crollo
Imprese artigiane calabresi in crisi. Un andamento consolidato, in linea con quello nazionale, che negli ultimi dieci anni registra un calo costante di lavoratori. Nel 2014 erano 37.916, nel 2024 il loro numero è sceso a 31.839, il 16%. Il 2024 è stato un anno molto difficile con 1.162 addii in più rispetto al 2023, il 19,1% dei 6.077 registrati complessivamente dal 2014. Lo dicono i dati dell’ultimo rapporto del Centro studi della Cgia di Mestre elaborato su dati Inps ed Infocamere. La media nazionale, nel decennio, è pari al 22,4% in meno. Il picco nelle Marche, -28,1%. Campania (-15,5%), Trentino Alto Adige (-15,7%) e Calabria (-16%) le regioni italiane con meno addii. Le imprese artigiane in Italia nel 2001 erano 1.398.722 nel 2024 il loro numero è sceso a 1.241.881.

I lavori artigianali si dividono di tre grandi categorie. I servizi alla persona svolti estetisti, acconciatori, massaggiatori, professionisti del benessere, tatuatori. Le attività nel settore alimentare svolte da chi lavora nelle enogastronomie, nelle gelaterie, nei bar, nelle pasticcerie e nelle rosticcerie. Le attività nel settore non alimentare: falegnami, idraulici, elettricisti, giardinieri, fabbri, fotografi, orafi, vetrai, sarti, calzolai. New entry, proprio nel settore non alimentare e con rendimenti in controtendenza, le professioni informatiche: sistemisti, addetti al web marketing, video maker ed esperti in social media.
Più avvocati che idraulici, crolla il numero degli artigiani in Italia (-400mila negli ultimi 10 anni). Resiste il SudCosenza, Reggio e Crotone tra le province più colpite dal crollo
Sul fronte dei numeri nazionali la Calabria viaggia nelle posizioni più arretrate e di ripiego. Ad eccezione di Catanzaro che è sessantesima con 285 artigiani in meno tra il 2023 e il 2024 (da 6.297 a 6.012), le altre 4 province calabresi si trovano nelle ultime dodici posizioni. Cosenza è 93esima con 416 artigiani in meno tra il 2023 e il 2024 (da 11.917 a 11.501), Reggio Calabria 99esima con 303 in meno (da 9.185 a 8.882), Vibo Valentia è 104esima con 80 in meno (da 2.749 a 2.669) e Crotone è 106esima, penultima nella graduatoria nazionale, con 78 artigiani in meno tra il 2023 e il 2024 (da 2.853 a 2.775).
Burocrazia e commercio online tra le ragioni della crisi
Secondo la Cgia di Mestre le ragioni della crisi dipendono da tre ordini di motivi: gli alti costi di gestione dell’attività e la burocrazia, il sopravvento del commercio online sulla vendita al dettaglio e la qualità/durata dei prodotti industriali in una logica usa e getta che non richiede più il supporto di alcune professioni artigiane. Per invertire la rotta la Cgia propone di ripensare la formazione lavoro e le opportunità di crescita e sviluppo dell’intero settore in un’ottica proiettata verso le innovazioni tecnologiche. Oltre ad una revisione strutturale dei mestieri, l’associazione degli artigiani propone l’adozione di sostegni mirati alle imprese ed ai lavoratori, come il reddito di gestione delle botteghe.