Senza stipendio da 8 mesi, a Reggio Calabria sciopero dei lavoratori della cooperativa Life Project
I dipendenti si occupano di aiutare anziani e non autosufficienti in alcune incombenze giornaliere. Il sindacato: «Non solo non ricevono un euro ma affrontano spese di tasca propria per raggiungere le case degli assistiti». Chiesto verifiche al Comune che è la stazione appaltante
Il Sul (Sindacato unitario lavoratori) ha proclamato per il 23 e 24 giugno due giornate di sciopero dei dipendenti dell'azienda cooperativa Life Project «che ha accumulato 8 mensilità di stipendi non erogati».
«I dipendenti di questa cooperativa - è scritto in una nota - offrono un servizio particolarmente delicato perché aiutano anziani e non autosufficienti in alcune incombenze giornaliere che altrimenti le persone a cui danno sostegno avrebbero difficoltà a svolgere. Dato che l'assistenza si svolge a casa degli assistiti, i dipendenti devono recarsi sul posto con i propri mezzi e senza rimborso del carburante. Cioè, non solo non prendono lo stipendio ma sono costretti, per lavorare, ad affrontare spese di tasca propria».
«La misura - scrive il sindacato - è colma e auspichiamo nel richiesto intervento della Guardia di finanza e dell'Ispettorato del lavoro, a cui il Sul ha richiesto di verificare quali violazioni di legge, di contratto e di capitolato d'appalto siano state perpetrate. Attendiamo fiduciosi l'esito delle ispezioni che certamente saranno celeri e approfondite. Il Sul ha anche chiesto alla stazione appaltante, il Comune di Reggio Calabria, di verificare se gli atteggiamenti e i comportamenti dell'Azienda siano compatibili con il capitolato d'appalto che ha concesso a Domicare di assumere il servizio e di darlo sostanzialmente in subappalto a Life Project».
«In attesa della soluzione delle questioni e dell'assunzione di responsabilità di ogni attore della vicenda - continua la nota - il Sul si è trovato costretto a proclamare una seconda tornata di scioperi dopo quello del 12 maggio. Siamo in assenza di risposte mentre i comportamenti aziendali non manifestano la volontà di risolvere o, almeno, di alleggerire la situazione di enorme difficoltà dei propri dipendenti. Tutto ciò dopo aver firmato un accordo di conciliazione con il Sul e l'Ispettorato del Lavoro che è stato violato e non attuato per mera volontà aziendale che ricorre anche a comportamenti dilatori, arroganti, discriminatori e lesivi delle libertà sindacali dei dipendenti».