Sì del Governo al “Patto sulla responsabilità” proposto dalla Cisl. Meloni: «Puntiamo su innovazione e sviluppo del Mezzogiorno»
Si punta a rendere strutturale la crescita del Paese. La premier: «So che va fatto meglio per aiutare le Regioni a garantire una sanità efficiente, per tutelare la sicurezza dei cittadini onesti, per continuare a ridurre le tasse»
Obiettivi strategici ampi e condivisi. Per rendere strutturale la crescita e lo sviluppo economico del Paese. Giorgia Meloni dice sì al “Patto sulla Responsabilità” proposto dalla Cisl al Governo e al mondo politico al XX Congresso confederale del sindacato che si sta svolgendo a Roma.

Un patto, quello sul lavoro, che coinvolge potere esecutivo e parti sociali in momento delicato, difficile ed incerto per l’economia internazionale. La premier, parlando all’assemblea dei delegati, ha indicato gli obiettivi del Governo: «Sostenere il lavoro, incentivare chi crea nuova e buona occupazione, difendere il potere d'acquisto dei lavoratori, far crescere i salari, aiutare le nostre imprese a rimanere competitive sui mercati, creare un ambiente favorevole agli investimenti nazionali e esteri». Durante il suo discorso il presidente del Consiglio ha rivendicato i risultati dei suoi 1.000 giorni di governo. «L'economia italiana ha fatto registrare un andamento, tutto sommato, positivo in questi anni, con una crescita dello 0,7% nel 2024 e dello 0,3% nel primo trimestre di quest'anno. L'occupazione - ha detto la Meloni - continua a registrare numeri buoni, con il livello più alto mai raggiunto di tasso di occupazione, crescono i contratti stabili, crescono i contratti a tempo indeterminato, diminuiscono i contratti precari. Da ottobre 2023 - ha proseguito il presidente del Consiglio - i salari sono tornati a crescere più dell'inflazione. Nel 2024 le retribuzioni contrattuali sono cresciute in media del 3,1%. Questo percorso si sta consolidando anche nel 2025, con un più 3,9% registrato su base annua nel primo trimestre. La crescita complessiva dei redditi da lavoro dipendente è stata del 5,2% nel 2024».

Giorgia Meloni ha detto che i dati macroeconomici sono «incoraggianti». I numeri ufficiali sembrano essere dalla parte del Governo. L’Istat nel primo trimestre del 2025 indica un numero di occupati pari a 24 milioni e 76mila unità, 432mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’interscambio commerciale vale 1.200 miliardi di euro, 629 miliardi di esportazioni di beni e servizi e 571 miliardi di importazioni, con un saldo positivo di 58 miliardi di euro. Nell’ultimo biennio il Piano nazionale di ripresa e resilienza viaggia a velocità più sostenuta rispetto al passato. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile ha chiesto a Bruxelles il pagamento dell’ottava rata. L’Italia è il Paese dell’Ue con l’importo economico più rilevante: 194 miliardi. Il Pnrr prevede 617 traguardi e obiettivi, tra questi, 26.764 progetti affidati alle Regioni. A giugno con la richiesta di pagamento da parte del Cipess dell’ottava rata vengono finalizzati 153 miliardi di euro, il 79% della dotazione complessiva.

Davanti all’assemblea dei delegati Cisl la premier non ha nascosto le difficoltà. «So che va fatto meglio - ha detto Giorgia Meloni - per aiutare le Regioni a garantire una sanità efficiente, per tutelare con coraggio la sicurezza dei cittadini onesti, per continuare a ridurre le tasse, per portare a compimento quella rivoluzione che serve al Mezzogiorno d'Italia, per rafforzare la lotta all'immigrazione illegale, difendere il lavoro, difendere le eccellenze italiane». Un altro elemento di difficoltà su cui il Governo non riesce a centrare l’obiettivo è la riduzione del debito pubblico che a giugno è aumentato a 3.067.489,70 milioni di euro. Il “Patto sulla Responsabilità” è anche un patto per il Sud. Per l’immediato futuro la premier promette investimenti ad alto contenuto tecnologico, anche sul capitale umano, ed il rafforzamento degli strumenti «che si stanno rivelando efficaci per lo sviluppo produttivo». Primo fra tutti la Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno. La Zes può valere fino a 83 miliardi di euro con una capacità moltiplicatrice pari a 5 volte il finanziamento. Per il 2025 è confermato il credito d'imposta per le imprese che effettuano investimenti nelle zone assistite delle regioni del Sud, con una dotazione di 2,2 miliardi di euro.