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08/11/2025 ore 12.20
Economia e lavoro

Startup “gazzella” e ‘ndrangheta, il dilemma delle aziende ad alta crescita in territori come la Calabria

Alcune imprese si distinguono sul mercato per una rapida e costante perfomance ma il contesto in cui operano rappresenta un fattore cruciale. Nicolò (Università di Reggio): «Ma la paura della mafia non può essere usata come alibi per rinunciare»

di Raffaella Crupi

Non tutte le imprese sono uguali. Alcune si distinguono sul mercato per una rapida e costante crescita, per questo motivo vengono chiamate “startup gazzella”. Possono nascere, crescere e correre ovunque?
Ne parliamo con Domenico Nicolò, professore ordinario di Economia aziendale all’Università Mediterranea di Reggio Calabria e autore del volume ‘Mafia and firm performance. The effect of organized crime and its judicial removal (FrancoAngeli, 2025).
Prof. Domenico Nicolò, “gazzella” è un nome evocativo per delle startup particolari.
«Richiama la velocità e l’agilità di movimento. Le startup gazzella sono quelle ad alta crescita: hanno un’età massima di 5 anni e registrano un tasso medio annualizzato di crescita dell’occupazione, o del fatturato, pari o superiore al 20% per tre anni consecutivi».
Lei, negli ultimi anni, ha compiuto numerose ricerche su questo tipo di startup. Il suo ultimo libro raccoglie diversi contributi dedicati all’analisi del rapporto tra criminalità organizzata e imprese, e include anche un focus sulle startup gazzella.
«Sì, questo volume raccoglie e analizza la letteratura sulla criminalità organizzata, in particolare, ma non solo, in relazione ai suoi effetti sulla performance delle imprese. All’interno del libro, si discutono anche i risultati di un articolo scientifico scritto con il prof. Carlo Migliardo dell’Università di Messina, riguardo la redditività operativa delle startup ad alta crescita».
Nel vostro studio affrontate un tema complesso: come la criminalità organizzata influisce sulla crescita delle startup gazzella. Come avete quantificato la presenza della mafia nei vari territori per analizzarne l’effetto sulle performance aziendali?
«Nel nostro lavoro non trattiamo la mafia come fenomeno giuridico o sociologico, ma come fattore di contesto che altera il funzionamento del mercato, l’attività delle imprese e i loro risultati. Per misurarla abbiamo utilizzato un indicatore indiretto, il Rule of Law - letteralmente ‘stato di diritto’ - che misura l’efficacia e l’efficienza delle istituzioni nel far rispettare la legge. Dove lo Stato è forte, anche in presenza di criminalità organizzata, la mafia non viene percepita; dove è debole, invece, persino piccoli gruppi criminali riescono a condizionare il contesto».
E che ruolo ha questo indicatore nei risultati economici delle startup gazzella?
«Abbiamo constatato che bassi livelli di Rule of Law incidono negativamente sulla redditività delle startup gazzella».
Quindi la Calabria non sarebbe un luogo adatto per le startup gazzella?
«Attenzione, sarebbe una deduzione troppo semplicistica. Il nostro studio fotografa un aspetto preciso: come lo stato di diritto influisce positivamente sulla redditività di questo tipo di startup.
Ma la realtà è complessa. Alla sua domanda rispondo: dipende. Può esserlo. I fattori che incidono sui risultati di impresa sono diversi: economici, sociali, infrastrutturali, culturali. I risultati del nostro studio dicono che dove c’è una bassa percezione della criminalità organizzata le startup gazzella producono risultati migliori. Tuttavia, anche alle nostre latitudini esistono esempi eccellenti di startup ad alta crescita che producono ottimi risultati.
Non possiamo usare la mafia come pretesto per non fare impresa. Avere paura è l’unica cosa che davvero rafforza la mafia. Esiste la paura di crescere anche per non attirare l’attenzione della mafia. Bisogna però smettere di alimentare la negatività e imparare a gestire la paura. La consapevolezza serve a comprendere le difficoltà, non a subirle.
Non a caso, il progetto di ricerca PRIN 2022 PNRR**, nell’ambito del quale si inserisce il mio libro, serve a rafforzare il sistema nazionale della ricerca ed il legame tra università, enti di ricerca e imprese. L’obiettivo è fornire informazioni e conoscenze utili agli organi deputati per permettere loro di agire con misure mirate ed efficaci».