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05/06/2025 ore 07.00
Economia e lavoro

Troppo complicato e poco credibile, ecco perché serve una vera riforma del sistema fiscale per rilanciare il Paese

Dal caos normativo alla giustizia fiscale: le proposte per semplificare le tasse, combattere l’evasione e garantire certezze ai contribuenti per ricostruire il patto tra Stato e cittadini

di Redazione Economia

Italia al netto. Dentro la giungla del fisco, tra tasse, evasione e condoni”. È il titolo del nostro dossier concepito come un viaggio nei numeri e nelle contraddizioni del sistema fiscale italiano. Cercheremo, in cinque puntate, di capire perché paghiamo tanto, chi evade, cosa succede negli altri Paesi d’Europa, e come uscirne. Un’inchiesta per capire cosa non funziona e cosa può cambiare. Questa è la terza parte del dossier. Qui la prima e la seconda parte.

Dopo decenni di interventi parziali, complicazioni normative, mini-riforme e condoni ciclici, l’Italia ha bisogno di un vero patto fiscale di cittadinanza, fondato su tre pilastri: equità, semplicità e certezza. La sostenibilità del sistema economico passa anche da qui: un fisco credibile non è solo una questione contabile, ma un elemento centrale della coesione sociale e della competitività del Paese.

Semplificazione e trasparenza del sistema tributario

L’Italia conta oltre 800 voci di prelievo fiscale, tra imposte, tasse e contributi. È uno dei sistemi più complessi d’Europa. La semplificazione del codice fiscale è un punto di partenza obbligato:

Premiare i comportamenti virtuosi

Un fisco giusto non è solo quello che punisce gli evasori, ma anche quello che premia chi è regolare. Alcune proposte già emerse nel dibattito parlamentare possono essere rilanciate:

Digitalizzazione e interoperabilità dei dati

Un punto su cui l’Italia ha fatto grandi progressi è la digitalizzazione, soprattutto grazie all’introduzione della fatturazione elettronica (2019) e allo scontrino elettronico (2021). Questi strumenti hanno reso più trasparente la catena dei pagamenti e hanno portato, secondo l’Agenzia delle Entrate, a un recupero di oltre 16 miliardi di euro in due anni. Ora serve completare il processo:

Riscossione certa, sanzioni reali

L’inefficienza del sistema di riscossione resta uno dei punti deboli cronici. Secondo la Corte dei Conti, nel 2024 oltre il 65% delle cartelle esattoriali è considerato “irrecuperabile”. Ciò significa che lo Stato notifica, ma spesso non incassa.

Per cambiare rotta occorrono:

Valorizzare i buoni esempi

Non mancano in Italia esperienze positive:

La riforma che serve

Il fisco non può essere né uno strumento punitivo né un terreno di gioco per chi se ne approfitta. Deve diventare un alleato del cittadino e dell’impresa, in grado di garantire entrate stabili allo Stato e condizioni eque per tutti. Per farlo, servono scelte politiche coraggiose, investimenti tecnologici, ma soprattutto una visione a lungo termine.

Il tempo dei rattoppi è finito. L’Italia ha bisogno di una grande riforma fiscale civile e morale, in grado di ricostruire la fiducia e rimettere in moto il Paese. Solo così sarà possibile abbassare le tasse, rilanciare l’economia e uscire finalmente dal paradosso di essere uno dei Paesi più tassati e più evasi d’Europa.

Infografica comparativa – Pressione fiscale ed evasione nei principali Paesi europei (2024)

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Proviamo a capire perché nonostante gli strumenti digitali l’evasione fiscale resta così alta in Italia. Certamente perché la digitalizzazione pur essendo un passo necessario, non è sufficiente. La vera sfida è l’integrazione dei dati e la certezza della riscossione. Se il contribuente percepisce che evadere non comporta sanzioni reali, la compliance resta bassa.

E poi in Italia la cultura del condono pesa moltissimo sulla propensione a evadere. Il contribuente spesso aspetta il prossimo condono invece di mettersi in regola. Questo danneggia chi paga tutto regolarmente e mina la fiducia nel sistema.

E allora sono necessarie soluzioni urgenti e importanti. La prima: semplificare il sistema, rendere automatici i controlli, e vietare per legge i condoni. E poi una campagna di educazione fiscale, che parta dalle scuole.

Dossier della Redazione Economia di LaC – LaCapitaleNews (con Michele Gagliardi, dottore commercialista)