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10/09/2025 ore 13.41
Economia e lavoro

Ursula Von der Leyen sullo stato dell’Unione: «Lavoriamo per un’Europa forte ed indipendente»

La presidente della Commissione conferma il sostegno militare ed umanitario dei ventisette all’Ucraina e chiede ad Israele di fermare la guerra a Gaza. Avanti con la costituzione del Mercato unico

di Redazione Economia
© EU/Dati Bendo

Guerre, dazi, sviluppo economico e sociale. Presente e futuro del Vecchio continente. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, tenuto oggi a Strasburgo, Ursula von der Leyen, ha illustrato gli impegni assunti dalla Commissione. Impegni onerosi e senza precedenti da quando, 80 anni fa, è stata costituita la Comunità europea. Un progetto nato dalle macerie di un continente distrutto dalla guerra, che oggi si trova a fare nuovamente i conti con idee di conquista e di potere di stampo novecentesco. La guerra in Ucraina, ha spiegato la presidente della Commissione ai parlamentari europei, impone scelte e sacrifici. Le scelte portano verso una economia di guerra, i sacrifici sono pari al beneficio che ne conseguirà: difesa e sicurezza. Queste voci entrano a pieno titolo nel nuovo Quadro finanziario pluriennale 2028-2034. Il prossimo bilancio europeo varrà 2.115 miliardi, l’1,26% del prodotto interno lordo di tutti i Paesi dell’Unione. Il programma di investimenti si fonderà su quattro pilastri: i Piani nazionali”, il Fondo per la competitività, il Fondo europeo di sviluppo per il sostegno e la cooperazione con i Paesi terzi e il Fondo per le spese per la difesa e la sicurezza comune. La presidente della Commissione ha annunciato lo stop del quorum di unanimità per intervenire su questioni di politica estera.

La guerra in Ucraina

Pieno, convinto, immutabile e continuo sostegno al Paese invaso dalla Russia fino alla soluzione del conflitto. «Nessuno ha contribuito quanto l'Europa. Finora – ha detto la presidente della Commissione - sono stati stanziati quasi 170 miliardi di euro di aiuti militari e finanziari. Ne serviranno di più. Proporremo un nuovo programma denominato Qualitative Military Edge. Possiamo quindi usare la nostra forza industriale per aiutare l'Ucraina a contrastare questa guerra con i droni. Possiamo contribuire a trasformare l'ingegnosità ucraina in un vantaggio sul campo di battaglia e in un'industrializzazione congiunta. All'inizio di quest'anno abbiamo lanciato Readiness 2030, che potrebbe sbloccare fino a 800 miliardi di euro di investimenti nella difesa. Tra questi rientra anche il programma SAFE, ora pronto a stanziare 150 miliardi di euro per appalti congiunti: 19 Stati membri hanno già presentato domanda. Il programma è già al completo. L'Europa difenderà ogni centimetro del suo territorio».

La guerra a Gaza

La situazione umanitarie è disperata e senza precedenti. La presidente della Commissione annuncia sanzioni ad Israele. Tel Aviv deve cessare le ostilità e consentire gli interventi umanitari a tutela della popolazione. Bocciato il piano di conquista della Striscia. I territori devono restare ai Palestinesi.

Mercato unico europeo

«La nostra risorsa più grande resta ancora incompiuta. Il Fondo monetario internazionale stima che le barriere interne al mercato unico equivalgano a una tariffa del 45% sulle merci e a una tariffa del 110% sui servizi. Come sottolineato dal rapporto Letta il mercato unico resta incompleto soprattutto in tre settori: finanza, energia e telecomunicazioni. Abbiamo bisogno di scadenze politiche chiare. Ecco perché – ha detto la presidente - presenteremo una tabella di marcia per il mercato unico fino al 2028. Un importante passo in avanti che sosterrà i nostri investimenti nelle tecnologie che alimenteranno la nostra economia».

Lotta alla burocrazia amministrativa

«Per proteggere i posti di lavoro, dobbiamo semplificare le attività commerciali in Europa. E le proposte che abbiamo presentato finora - ha assicurato la presidente della Commissione - faranno davvero la differenza. Meno scartoffie, meno sovrapposizioni, regole meno complesse. Le nostre proposte consentiranno di ridurre di 8 miliardi di euro all'anno i costi burocratici per le aziende europee. Un euro digitale, ad esempio, renderà la vita più facile sia alle aziende che ai consumatori».

Imprese e lavoro

«Per le aziende innovative stiamo preparando il cosiddetto 28° regime e stiamo accelerando i lavori sull'Unione del risparmio e degli investimenti. Perché abbiamo molte startup ad alto potenziale in tecnologie chiave come quella quantistica, l'intelligenza artificiale o la biotecnologia. Man mano che crescono, la limitata disponibilità di capitale di rischio le costringe a rivolgersi a investitori stranieri. Si tratta di ricchezza e posti di lavoro che vanno altrove mettendo a repentaglio la nostra sovranità tecnologica. Ecco perché la Commissione collaborerà con investitori privati per creare un fondo Scaleup Europe da diversi miliardi di euro. Contribuirà a realizzare importanti investimenti in aziende giovani e in rapida crescita in settori tecnologici critici. Perché vogliamo che il meglio dell'Europa scelga l'Europa».  

Innovazione e tecnologie digitali

«Un'intelligenza artificiale europea è essenziale per la nostra futura indipendenza. Contribuirà a dare energia alle nostre industrie e alle nostre società. Dall'assistenza sanitaria alla difesa. Quindi - ha detto Ursula von der Leyen - ci concentreremo sui primi elementi fondamentali, dal Cloud and AI Development Act al Quantum Sandbox. Stiamo investendo massicciamente nelle Gigafactory europee di intelligenza artificiale. Supportano le nostre start-up innovative nello sviluppo, nella formazione e nell'implementazione dei loro modelli di intelligenza artificiale di prossima generazione. Quando abbiamo chiesto al settore privato di unire le forze con noi, la risposta è stata travolgente».

Industria pulita e decarbonizzata

«Insieme alla sovranità tecnologica dobbiamo puntare su processi produttivi puliti, dall'acciaio alle batterie. Il settore europeo delle tecnologie pulite deve restare in Europa e dobbiamo intervenire con urgenza. Con il Clean Industrial Deal abbiamo individuato i principali ostacoli che rallentano questi settori. Ora dobbiamo accelerare l'attuazione. Perché gli investitori vogliono essere certi che, se investono, ci sarà domanda di prodotti europei puliti. Ecco perché i mercati guida devono essere al centro della nostra azione. Per innescare un circolo virtuoso. Dove sia l'offerta sia la domanda aumentano e i prezzi diminuiscono. Bisogna ridurre la dipendenza dai Paesi terzi ed incrementare le produzioni strategiche in Europa. Le batterie, ad esempio, sono un elemento chiave per altre tecnologie pulite, in particolare per i veicoli elettrici. Questo tocca il cuore della nostra indipendenza. La Commissione proporrà quindi un Industrial Accelerator Act per settori e tecnologie strategici chiave. In sintesi, quando si parla di tecnologie digitali e pulite: più veloci, più intelligenti e più europee».

Dazi Usa e commercio estero

«Quelle con gli Stati Uniti sono le nostre relazioni commerciali più importanti. Le merci che esportiamo ogni anno verso gli Stati Uniti superano il valore di 500 miliardi di euro. Da queste relazioni commerciali dipendono milioni di posti di lavoro. Per questo motivo abbiamo concluso un accordo che ci permette di mantenere l'accesso delle nostre industrie al mercato. E abbiamo fatto in modo che l'accordo raggiunto dall'Europa fosse il migliore possibile. Abbiamo conferito un relativo vantaggio alle nostre imprese, perché alcuni dei nostri concorrenti diretti sono soggetti a dazi molto più elevati da parte degli Stati Uniti. Su un punto voglio essere molto chiara: che si tratti di regolamentazioni ambientali o digitali, siamo noi a stabilire le nostre norme, siamo noi a stabilire le nostre regole. L'Europa deciderà sempre da sé. Io non credo nei dazi. I dazi non sono altro che tasse. Ma l'accordo garantisce una stabilità cruciale nelle nostre relazioni con gli Stati Uniti in un periodo di grave insicurezza globale. Immaginate quali ripercussioni avrebbe una vera e propria guerra commerciale con gli Stati Uniti. Immaginate il caos che ne deriverebbe. E poi confrontate questa immagine con quella della Cina della settimana scorsa. La Cina al fianco dei leader della Russia e della Corea del Nord.

Putin che si compiace delle relazioni instaurate tra la Russia e la Cina, strette come mai prima d'ora. Sebbene non sorprendano più di tanto – ha proseguito la presidente della Commissione - questi sviluppi rispecchiano una realtà in continua evoluzione. In questo contesto abbiamo due obiettivi prioritari verso cui indirizzare gli sforzi di indipendenza dell'Europa e promuovere la sua posizione nel mondo: incrementare la diversificazione e i partenariati. L'80% dei nostri scambi commerciali avviene con paesi diversi dagli Stati Uniti. Dobbiamo quindi sfruttare nuove opportunità. In un momento in cui il sistema commerciale globale si sta sgretolando, noi garantiamo norme globali stipulando accordi bilaterali, come quelli con il Messico o il Mercosur. Oppure negoziamo un accordo storico con l'India, che sarà ultimato entro la fine di quest'anno. Intendiamo inoltre creare una coalizione di paesi che condividono gli stessi principi per riformare il sistema commerciale globale, come l'accordo globale e progressivo di partenariato transpacifico. Perché il commercio ci consente di rafforzare le catene di approvvigionamento, rendere i mercati più aperti, ridurre le dipendenze. In definitiva si tratta di rafforzare la nostra sicurezza economica. Il mondo vuole scegliere l'Europa. E noi dobbiamo sviluppare rapporti commerciali con il mondo».