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18/07/2025 ore 10.13
Economia e lavoro

Vinitaly Sibari, il presidente di Veronafiere Federico Bricolo in Calabria: enoturismo? Carta vincente

Parte oggi la seconda edizione di una manifestazione in cui il vino è senz’altro centrale, ma che guarda a un modello nuovo di crescita economico-sociale

di Massimo Tigani Sava

Vino ed enoturismo sono una carta strategica da giocare non solo per la Calabria, ma per l’intero sistema Italia. La conferenza stampa di presentazione del Vinitaly Sibari 2025, tenuta ieri alla Cittadella di Catanzaro, è servita non solo per presentare il nutrito programma che partirà questa sera nello scenario coinvolgente ed evocativo di uno dei Parchi archeologici più importanti del Mediterraneo, ma per parlare anche, e in modo concreto, di sviluppo. La crescita economico-sociale è fatta di visioni strategiche che poi si traducono in produzione, servizi e numeri.

Al presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, giunto nel profondo Sud per spiegare che cosa significa Vinitaly nel mondo, ho rivolto personalmente una domanda partendo da un dato sul quale il Belpaese riflette troppo poco. La meravigliosa Italia che ha nel proprio “paniere” le bellezze assolute di Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Capri, le Eolie e la Magna Grecia, costa jonica compresa, è solo quinta a livello globale per presenze turistiche annuali, molto indietro rispetto a Francia e Spagna. Al di là dei valori che contraddistinguono, in testa a questa classifica, anche Usa e Cina, non foss’altro che per estensione dei rispettivi territori, i circa 20 milioni di turisti in più che i cugini francesi e spagnoli riescono a contare, di anno in anno, rispetto all’Italia, avrebbero dovuto stare al centro di una profonda valutazione del Parlamento, per mesi.


Come può accadere qualcosa del genere nei luoghi natii di Giotto, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio, Leonardo da Vinci? Nella patria del Colosseo e dei Fori Imperiali, della Serenissima, di Pompei, di Paestum, di Selinunte, delle meraviglie delle città toscane o umbre, del Vaticano, e dei centomila siti, compresi quelli calabresi con i Bronzi di Riace o Capocolonna o Sibari, si sconta un ritardo incomprensibile sul raggiungimento di un primato assoluto che sarebbe doveroso prima che possibile. Un’opportunità decisiva può giungere dall’enoturismo, e il presidente Bricoli ha spiegato perché e come.

Vino e turismo

Il suo intervento di presentazione del Vinitaly Sibari era stato preceduto da quelli del governatore Roberto Occhiuto, dell’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, del direttore generale del Dipartimento Giuseppe Iiritanto, del direttore generale dell’Arsac, Fulvia Caligiuri, incentrati sulle ragioni di uno sforzo programmatico e organizzativo che ha degli obiettivi. Sul fronte calabrese la necessità di accompagnare la crescita delle aziende vitivinicole è senz’altro prioritaria, considerati anche numeri di nicchia che potrebbero crescere in sintonia con forme intelligenti di specializzazione qualitativa e identitaria. Ma c’è di più: si può utilizzare la potente leva del vino per promuovere una regione antichissima e attrarre turismo esperienziale, consapevole, in grado di percepire l’unicità di radici storico- culturali che si contano in millenni, a partire dall’Enotria, per passare alla Magna Grecia e all’età romana, senza dimenticare i secoli del Medioevo e dell’Età Moderna che hanno lasciato anch’essi segni indelebili (castelli, torri, monasteri, chiese, centri storici, reperti archeologici…).

Una Calabria dall’immenso patrimonio materiale e immateriale, come nel caso della Dieta Mediterranea che, alla luce dell’elaborazione intellettuale proposta dal volume l’«Alberello Enotrio», ha le sue radici proprio nei Sissizi del mitico Re Italo. Il vino è trainato dal rapporto indissolubile con i filari di vigneti che lo generano, ma è anche capace di invertire il percorso sollecitando interessi diffusi e quindi posizionandosi come un attrattore potente: chiunque vada a caccia di un particolare vitigno autoctono (Gaglioppo, Magliocco, Greco Bianco, Zibibbo…) mira senz’altro a degustare etichette originali, ma punta anche a conoscere il “terroir” che contraddistingue in maniera distintiva ogni sito e ogni vigneto.

La sfida della Calabria

Stimolato dalla domanda il presidente di Veronafiere ha sottolineato come proprio sul piano dell’enoturismo l’Italia sia leader, avendo costruito modelli, dalle Alpi alla Sicilia, che sono risultati vincenti: le Colline del Prosecco, le Langhe del Piemonte, il Chianti, l’area dell’Etna… e da qualche tempo, si può aggiungere, anche il Cirotano, la Sibaritide, la Locride… Il Vinitaly Sibari marcia in questa direzione, e ne sono testimonianza i tanti talk e approfondimenti che accompagnano le degustazioni di vini e cibo, organizzati al fine di approfondire le mille tematiche che ruotano attorno alla vitivinicoltura e all’enogastronomia.

La sfida più importante per la Calabria è quella di credere in se stessa a 360 gradi, di comprendere fino in fondo che una raccolta differenziata perfetta dei rifiuti, il funzionamento ottimale dei depuratori per le acque che sfociano nei mari, la tutela massima delle foreste e dei parchi, il miglioramento continuo della ricettività alberghiera, la cura massima per la ristorazione, il rafforzamento della fruibilità dei beni culturali e storico-archeologici… accanto all’impegno generoso di ogni produttore del settore agroalimentare, sono un sistema che cammina assieme.

Ogni tassello della Calabria da scoprire deve stare al posto giusto affinché il motore di iniziative positive come quella del Vinitaly Sibari possano costruire successi non solo momentanei, ma sistemici e di lunga durata. L’enoturismo vero, autentico, pensato, monitorato può risultare la carta vincente, dal Veneto in giù, per colmare quell’inaccettabile gap che ancora separa, in termini di presenze turistiche, l’Italia da Francia e Spagna. Al lavoro, ma attenzione. Non tutte le attività di promozione hanno un senso, perché talora si assiste anche a sprechi di risorse o a forme di improvvisazione che sono addirittura dannose. Professionalità, competenza, autorevolezza… sono le armi vincenti!

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