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21/09/2025 ore 06.15
Editoriali

Mercanti di voti senza visione, così la politica italiana si svuota e condanna il futuro

Mentre Gaza brucia e l’Europa resta immobile, in Calabria la campagna elettorale scivola quasi nell’indifferenza. Sullo sfondo, un silenzio più assordante ancora: quello sulla corruzione, sul malaffare e sulla ‘ndrangheta 

di Franco Laratta

 

«Un politico pensa alle elezioni, ma uno statista pensa alle prossime generazioni».

(Alcide De Gasperi)

In queste parole si misura tutta la distanza tra la grande politica e la miseria del presente. Oggi, in Italia, quel divario è diventato un abisso. Non si guarda avanti, non si costruisce speranza: si governa l’oggi, si baratta consenso, si difendono rendite di potere.

In Parlamento lo scontro ha da tempo sostituito il confronto; le coalizioni non cercano il dialogo costruttivo, ma una vetrina promozionale .

Sul piano internazionale le coalizioni italiane si presentano divise, irrilevanti: Trump riduce la presidenza in una gigantesca occasione per fare affari miliardari, mentre l’Europa resta immobile di fronte ai dazi americani e all’arroganza russa, incapace di trovare una voce comune.

Intanto Israele procede drammaticamente nel suo piano di radare al suolo la Striscia di Gaza e di condannare alla morte i 400mila palestinesi in fuga verso il nulla, mentre decine di migliaia di bambini muoiono di fame. E su questo è ancora troppo forte il silenzio del mondo. Il gruppo editoriale di LaC ha deciso di dare vita ad un’importante campagna di denuncia sul genocidio del popolo palestinese, che si concretizzerà in tutti i media e in tutte le piattaforme del gruppo. Una sensibilizzazione forte, potente, che chiama tutti alla condivisione, perché davanti a tanto orrore, non è possibile girarsi dall’altra parte, non è possibile l’indifferenza, è intollerabile il silenzio.

Intanto, in Calabria la campagna elettorale per le regionali va avanti stancamente, senza nessun vero corpo di scena, senza un’idea brillante, senza che qualcosa scuota l’indifferenza del cittadino elettore. Tutto sembra scivolare via senza che qualcosa o qualcuno scuota il torpore dei calabresi abituati ai fallimenti degli ultimi decenni, alla banalità della politica politicante. Del resto, come si fa a convincere a votare mentre lo spopolamento sta divorando comuni piccoli e grandi, mentre la fuga dei giovani passa del inosservata; e i problemi strutturali restano sospesi come macerie mai rimosse. Sullo sfondo, un silenzio più assordante ancora: quello sulla corruzione, sul malaffare, sulla ‘ndrangheta che ha cambiato pelle ed è diventata ancora più pericolosa.

Così la politica senza più elettori si svuota, perde credibilità. Muore. Certo, non ci sono statisti: ma solo mercanti di voti. Non c’è futuro: ma solo sopravvivenza. Non c’è visione: ma solo calcolo.

Eppure, la politica resta l’unica possibilità per difendere il bene comune. Dovrebbe tornare ad alzare lo sguardo, a pensare in secoli e non lasciarsi condizionare dai sondaggi, a proteggere i cittadini invece dei cortigiani.

De Gasperi aveva ragione: un politico pensa alle elezioni di oggi, al presente. Ma senza statisti, con la corruzione che divora tutto, rischiamo che il domani sia già condannato, prima ancora di nascere.