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18/05/2025 ore 06.15
Editoriali

Nel cuore del mondo arabo si sta costruendo il futuro. E l’Italia non può più restare a guardare

Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar: Paesi un tempo associati solo a petrolio e conservatorismo stanno diventando laboratori avanzati di modernizzazione. Anche la Calabria deve cogliere questa occasione

di Franco Laratta

Mentre l’Occidente è alle prese con crisi cicliche e fatiche interne, qualcosa di profondo sta accadendo nel cuore del mondo arabo. Ed è per questo che da qualche mese ce ne stiamo occupando, non per qualche ragione particolare o chissà per quale interesse, ma solo e soprattutto perché davanti alle nostre porte sta accadendo qualcosa di fortemente interessante, che riguarderà non solo il nostro futuro, ma anche il nostro presente di domani.

Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar: Paesi un tempo associati solo a petrolio e conservatorismo, stanno diventando laboratori avanzati di modernizzazione, tecnologia e infrastrutture futuristiche. Non più miraggi, ma città reali, da Dubai a Neom, da Abu Dhabi a Doha, dove si sperimentano l’intelligenza artificiale, la medicina del futuro, l’energia rinnovabile e il capitalismo di nuova generazione.

Non si tratta solo di skyline scintillanti o investimenti miliardari. Si tratta di una visione. Dopo decenni di oscurantismo, questi Stati stanno forzando il passo verso un presente più aperto, competitivo, connesso al mondo. E, che piaccia o no, stanno diventando attori strategici nella geopolitica globale, anche sul terreno della conoscenza e dell’innovazione. Può essere da esempio la recentissima visita del presidente americano Trump che ha stretto affari miliardari con diversi paesi arabi. Ma il risvolto non è solo finanziario, perché ci saranno conseguenze geopolitiche straordinarie.

Eppure, in Europa, e in Italia in particolare, si tende ancora a guardare a tutto questo con distrazione o supponenza. È un errore di prospettiva che non possiamo più permetterci.

L’Italia è la porta dell’Europa sul Mediterraneo.

Ciò che accade a Sud e a Est di noi non è una questione “altra”, ma parte integrante del nostro destino geopolitico ed economico.

Già oggi, molte aziende italiane stanno cercando spazi e partnership nei Paesi del Golfo: dall’agroalimentare alla meccanica di precisione, dal design all’edilizia sostenibile.

Anche territori spesso marginalizzati nei grandi giochi internazionali, come la Calabria e le altre regioni del Sud, possono e devono cogliere questa occasione. Ancora di più le ricche regioni del centro-nord.

Le imprese locali, piccole e medie, ma fortemente radicate nel territorio, troveranno nuovi sbocchi commerciali, potranno esportare eccellenze, aprire collaborazioni in settori ad alta domanda come logistica, agroindustria, turismo e formazione.

Serve una strategia. Serve visione. Serve presenza. Perché oggi il futuro si sta costruendo nel deserto. E chi non vuole restare indietro, deve esserci.

Anche e soprattutto l’Italia.