Sezioni
Edizioni locali
09/11/2025 ore 06.15
Editoriali

Ulivi che muoiono, invasi vuoti e montagne senza neve: il vertice sul Clima in Brasile riguarda anche la Calabria e tutti noi

La COP30 di Belém sembra lontana, ma la crisi climatica è già realtà. In trent’anni anche la nostra regione ha subito eventi estremi, tra siccità e frane. Servono piani urgenti, investimenti e coraggio per agire ora

di Franco Laratta

Quanto è lontana la Calabria dal Brasile? Tantissimo. Eppure quello che si deciderà a Belém, durante la trentesima Conferenza delle Parti sul clima (COP30) dal 10 al 21 novembre 2025, riguarda già noi. Non è un dibattito astratto: si gioca nelle nostre campagne, tra ulivi che muoiono, invasi vuoti e montagne senza neve.

Negli ultimi trent’anni, l’Italia ha registrato oltre 9.400 eventi estremi, alluvioni, ondate di calore, siccità, con 38.000 morti e danni per 60 miliardi di euro. La Calabria è tra le regioni più colpite, con nove eventi estremi soltanto negli ultimi dieci anni. Tutte le nostre comunità hanno subito allagamenti, bombe d’acqua e siccità crescente. Si sono registrati anche morti per frane e alluvioni improvvise.

Il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre: +2,48 °C rispetto alla media 1991-2020, con precipitazioni estive ridotte al 14% della norma a giugno e meno del 40% a novembre. Nel 2025, i bacini idrici sono riempiti meno del 55%, avvicinandoci a una grave emergenza idrica, anche nelle città, mentre l’agricoltura è già in crisi.

Eppure, nonostante tutto questo, il clima resta ai margini del dibattito politico calabrese. Le istituzioni non intervengono, pochi organi di informazione ne parlano. LaC, da tempo, lancia l’allarme.

La crisi climatica sta già riscrivendo il futuro del lavoro, dell’agricoltura e della sopravvivenza stessa dell’uomo. Anche in Calabria le montagne d’inverno sono senza neve, le gelate fuori stagione e le alluvioni improvvise sono sempre più frequenti. Molte aree fragili si sbriciolano, mentre si registrano frequenti chiusure di strade e scuole. Le infrastrutture idriche obsolete aggravano ulteriormente il problema della siccità nei nostri comuni.

Non possiamo più aspettare. Servono piani concreti di emergenza, piani di pronto intervento attivi e campagne di informazione per i cittadini. Occorrono investimenti urgenti in opere idriche, tutela del territorio e modernizzazione delle infrastrutture. Le strade provinciali e comunali sono da tempo in stato di abbandono, manca anche la manutenzione ordinaria.

Mentre la COP30 discute obiettivi globali, l’agenda climatica che ci riguarda è nelle nostre mani. Il tempo dell’emergenza è iniziato: ora serve coraggio e decisione. Anche in Calabria.