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19/10/2025 ore 13.23
Format LaC Tv

Dal silenzio al sorriso, una vita oltre le barriere dell’autismo: la storia di Aldo “l’amico di tutti”

Per mamma Mariassunta è “un miracolo”, per nonna Franca “una stella che brilla” e per Pino Gigliotti “un amico autentico”. Il suo vissuto raccontato dallo sguardo delicato di Francesco Tricoli, autore del format LaC Primi Piani.

di Gabriella Chiarella

Nasce il 17 marzo del 2005 a Pompei. Si capisce presto che c’è un problema. Un bimbo irrequieto, che piangeva giorno e notte. Ma non si capiva quale fosse questo problema. I primi ritardi nel camminare e nel linguaggio; le difficoltà ad adattarsi al mondo esterno. Cosa sta succedendo? Al Bambin Gesù viene diagnosticato il ritardo a livello fisiologico con conseguente terapia. Una situazione molto difficile da sopportare perché non accetta il contatto dai fisioterapisti. La mamma getta la spugna, si rassegna. «Come Dio me lo ha mandato, me lo tengo». 

Aldo però inizia a camminare, dice le prime paroline, si apre al mondo esterno. Quando raggiunge i dieci anni, il Gaslini di Genova mette fine alla confusione facendo una diagnosi accurata: autismo ad alto livello funzionale, con tratti a livello maniaco-ossessivo. A questo punto della puntata “A doppio filo” del format LaC Tv Primi piani, nata dalla lente sensibile e meticolosa di Francesco Tricoli, la parola passa al Professor Francesco Craig, docente di Psicologia clinica all’Unical, che fa una panoramica generale dell’autismo: «Il disturbo dello spettro autistico, le cui cause rimangono ancora sconosciute, è una condizione neurobiologica lifelong, quindi accompagnerà la persona per tutta la vita. La persona con autismo non utilizza i canali convenzionali della relazione sociale».

Quelle che generalmente sono delle abitudini “banali”, ordinarie, per Aldo diventano delle difficoltà complicate da gestire. Difficoltà che investono la famiglia intera che per forza di cose tende a escludersi dal sociale. Diventa necessario, come afferma il Professor Craig, sostenere le famiglie oltre che le persone con autismo.

Ma Aldo è un ragazzo in gamba. Dalla difficoltà di parlare e relazionarsi, passa a un altro tipo di comunicazione che usa con cognizione: i social. Scopre il funzionamento delle dirette e lo sfrutta appieno per poi passare alle chat, ambiente più intimo e privato. Ma Mariassunta non avrebbe mai lasciato che rimanesse una comunicazione virtuale: bisogna conoscere queste persone! Significativa è stata la conoscenza con il cantante Omar Codazzi la cui “In silenzio” è stata fonte di ispirazione per Aldo. Come dice la nonna: «È la sua canzone perché per tanto tempo è rimasto in silenzio, ma con questa canzone si è aperto. Aveva imparato il testo e ce lo spiegava: A passi lenti, ma la strada mia farò”». Omar Codazzi non ci pensa due volte: deve conoscere Aldo. Così parte insieme a mamma e nonna per Milano e davanti a una platea di mille persone viene presentato dal cantante come “l’amico di tutti”. L’emozione di vedere Aldo impugnare un microfono e cantare davanti a tutte quelle persone - quando qualche tempo prima non riusciva neppure a parlare - è immensa.

Ogni sera ha l’abitudine di fare un giro in macchina, tutte le sere, a Cosenza, dalle 21 alle 22.30, parlando con mamma e ascoltando musica. Routine che garantisce sicurezza, calma, relax. A scuola un portento, disegnava e dipingeva insieme agli altri compagni. Anche quello un ambiente rassicurante, tanto da “voler essere bocciato” per restarvi il più a lungo possibile. Ad Aldo non manca sicuramente il senso dell’ironia! Ed è proprio l’ironia che lo incuriosisce nei confronti di Pino Gigliotti e il suo format “Permette, Signora?”. Un conduttore tanto divertente da voler imitare… o da voler essere lui. E se fosse possibile? Aldo si ingegna: durante la pandemia, gli ruba il profilo Instagram e si finge Pino Gigliotti! Lo zio Pino era arrabbiato? Assolutamente sì, ma «ho visto gli occhi buoni di questo ragazzo meraviglioso e l’ho subito abbracciato. Da quel momento l’ho voluto con me nel mio format su LaC Tv ed è nato un rapporto di amicizia, di puro affetto, vero». 

Come riconosce Mariassunta, la presenza di Pino nella vita di Aldo è ormai indispensabile. Lo ha aiutato a migliorare dal punto di vista relazionale, intrattenendo rapporti con tutti, conoscenti ed estranei, grandi e piccoli, in quello che è “un grande traguardo”.

Ma Aldo non rimane solo al di là dell’obiettivo delle telecamere. Aldo ha visitato gli studi di LaC, ha toccato con mano le attrezzature, ha conosciuto l’affetto di tecnici e giornalisti. Ma soprattutto, ha mosso l’emotività dell’editore e presidente del Gruppo Pubbliemme Domenico Maduli, da sempre sensibile alle tematiche sociali, portatore di valori che ha trasmesso all’intero network: «La storia di Alduccio rappresenta la storia di tanti ragazzi, esempi virtuosi di persone che credono fortemente in se stesse e che fanno da esempio per gli altri. E per noi in quanto televisione, che crediamo fortemente in quello che facciamo, Alduccio è un modello perfetto. La nostra televisione altro non può essere che casa per Aldo. Un modello di svago, di connessione con il mondo degli adulti che per tanti di questi ragazzi può rappresentare un ostacolo. La nostra vera missione è realizzare un ponte sorretto dalle azioni e non solo dalle parole».

Alduccio è uno che non solo ha imparato tanto, ma che ha trasmesso questi insegnamenti anche agli altri. Ha imparato come gestire la sua condizione e ha insegnato che essere consapevoli della propria diagnosi è il primo passo per migliorare. Ha imparato a parlare e ha insegnato che le parole sono molto importanti perché creano un primo contatto per conoscere gli altri. Ha imparato a vivere in mezzo alla folla e ha insegnato quanto è bello solidificare i rapporti dal vivo, di persona, uscendo fuori dagli schermi. Ha imparato che arrendersi non è mai la soluzione. E lo ha insegnato a tutti noi.