La bottega del vetro a San Giorgio Morgeto: Stefano Surace, un alchimista moderno si racconta a LaC Storie
Anche se ormai è solo un hobby, tra le vie del borgo reggino rivive l’arte che trasforma frammenti colorati in capolavori: «Creo queste opere come si crea la vita»
San Giorgio Morgeto è un incantevole borgo adagiato tra le dolci colline della provincia di Reggio Calabria, un luogo intriso di storia, tradizioni e silenziosa poesia. Un tempo, le sue stradine erano animate dal fervore delle botteghe artigiane: si sentiva il profumo del legno appena tagliato, il suono cadenzato degli scalpelli, e si respirava l’amore per un lavoro che era anche arte, tramandata di padre in figlio.
Tra queste botteghe, viveva la falegnameria del nonno Francesco Raso, un piccolo regno fatto di trucioli, profumi resinosi e mani operose. È proprio lì che Simone Surace, nipote di quell'antico maestro del legno, ha iniziato il suo viaggio artistico. Dal 1995, con passione e dedizione, Simone ha scelto di seguire un’altra strada, fatta di luce e trasparenze: quella dell’arte del vetro. Come un alchimista moderno, assembla frammenti colorati e li trasforma in vere e proprie opere d’arte, dando vita a creazioni che catturano la luce e raccontano emozioni, e come lui dice "creo queste opere come se partorissi".
Oggi, a 52 anni, Simone continua a coltivare il suo amore per il vetro, ma lo fa con l’amarezza di chi ha visto sfiorire un sogno. Quella che un tempo era una vocazione diventata mestiere, oggi è tornata ad essere solo un hobby, un rifugio dell’anima. La profonda crisi che sta attraversando l’artigianato italiano ha spento molte luci e ridotto le speranze di chi, come lui, aveva fatto dell’arte un lavoro e della bellezza un pane quotidiano. Eppure, ogni volta che un raggio di sole attraversa uno dei suoi vetri colorati, qualcosa rinasce. È come se, attraverso quelle opere silenziose e luminose, la memoria del borgo e la passione di una vita continuassero a vivere resistendo al tempo, alla crisi, e al silenzio.