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07/05/2025 ore 14.53
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Abusi e violenze sessuali continue su dottoresse e infermiere: arrestato primario

Avrebbe approfittato della sua posizione imponendo vessazioni quotidiane alle colleghe. Le indagini partite dalla denuncia di una di loro: in 45 giorni di monitoraggio la polizia di Piacenza ha documentato 32 episodi

di Redazione Cronaca

Abusi, violenze sessuali e in alcuni casi anche stalking nei confronti di dottoresse e infermiere anche durante i turni di lavoro in ospedale, approfittando della sua posizione di primario e dell'essere un uomo "potente" con "conoscenze". La Polizia di Stato ha dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare un medico primario dell'ospedale civile di Piacenza per violenza sessuale aggravata e atti persecutori. Sono stati inoltre perquisiti i luoghi di lavoro del noto professionista.

Le indagini sono state delegate alla Squadra Mobile di Piacenza e sono state svolte con intercettazioni telefoniche e ambientali da cui è emerso quello che gli investigatori hanno definito un «inquietante scenario» all’interno dell’ospedale di Piacenza. Le indagini sono partite dalla denuncia di una dottoressa in servizio presso il reparto, che aveva subìto per la prima volta un’aggressione sessuale all’interno dello studio del medico, segnalando alla Direzione sanitaria dell’Ausl e alla Questura di Piacenza.

La vittima, riporta l’agenzia LaPresse, aveva subìto l’aggressione dopo essersi recata nell’ufficio del capo per discutere delle ferie, ed era stata chiusa a chiave nella stanza, sbattuta contro un mobile e costretta a subire atti sessuali, interrotti solo dal casuale arrivo di un collega che bussava alla porta. Le indagini sono così partite e, grazie alle intercettazioni ambientali, è stato possibile ricostruire un quadro di abusi e violenze pressoché quotidiani durante le ore di servizio del primario. Durante i 45 giorni di monitoraggio attivo sono stati rilevati 32 episodi.

A rendere però complesse le indagini quello che gli investigatori definiscono «il clima di forte omertà all’interno del reparto», che ha portato diverse vittime a essere reticenti in prima battuta con gli stessi agenti. Nel corso delle indagini, una seconda dottoressa, appositamente invitata in Questura, ha deciso di sporgere denuncia e raccontare degli abusi subiti, per poi ritirarla il giorno successivo per timore delle conseguenze lavorative e familiari.

Sono al momento diverse le vittime individuate che hanno confermato gli abusi sessuali, ma si tratterebbe solo di una parte delle donne costrette a subire atti di violenza. Secondo quanto emerso dalle indagini, il primario in pratica avrebbe abusato di tutte le donne che varcavano da sole la porta del suo ufficio, all’occorrenza chiudendole nella stanza e bloccandole. Le indagini hanno anche registrato rapporti sessuali consenzienti con alcune operatrici, avvenuti nell’orario di servizio nel suo ufficio, ma nella maggior parte si trattava di violenze e abusi. In un episodio, il primario avrebbe appositamente convocato una collega consenziente per «sfogarsi» dai “soli” palpeggiamenti ai danni di una vittima avvenuti pochi minuti prima. Per il personale sanitario di sesso femminile, entrare nell’ufficio del primario per questioni lavorative significava dover sottostare ad atti sessuali. Secondo quanto riferito dagli investigatori lo stesso ambiente ospedaliero «si è dimostrato gravemente omertoso ed autoreferenziale»: le condotte del primario erano note da tempo a gran parte del personale, anche perché lo stesso si vantava nei discorsi con colleghi uomini, ricevendo in alcune occasioni persino suggerimenti sugli atti sessuali da compiere in futuro.