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13/10/2025 ore 18.20
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Addio Agnelli: La Stampa verso la cessione a Enrico Marchi. E La Repubblica finisce nel mirino dei greci

Manca solo il “closing” per la vendita del quotidiano torinese al gruppo NEM (NordEst Multimedia) guidato dal presidente di Banca Finint. Intanto la famiglia Kyriakou tratta per Repubblica, Radio Deejay, Capital e M2o

di Luca Arnaù

La fine dell’era Agnelli nell’editoria italiana è ormai questione di giorni. Manca solo il “closing”, come si ice nei contratti internazionali, per sancire la cessione de La Stampa al gruppo NEM (NordEst Multimedia) di Enrico Marchi. Un passaggio di mano che metterebbe la parola fine a più di un secolo di legame tra Torino e la famiglia che, dal 1926, ha controllato il quotidiano simbolo del Piemonte e del giornalismo moderato italiano. A rallentare la chiusura della trattativa restano ancora alcuni dettagli tecnici.

L’ostacolo principale, secondo fonti vicine a Gedi, riguarderebbe una condizione imposta da John Elkann e da Exor: il mantenimento della stampa del giornale nel centro tipografico di proprietà del gruppo per almeno due anni. Tutto il resto sembra già scritto. La nuova proprietaria, NEM, è la società di riferimento di Enrico Marchi, presidente di Banca Finint e del gruppo Same, alla guida di una cordata di imprenditori del Triveneto che comprende nomi di peso come Benedetti (Danieli), Carraro, Banzato (Acciaierie Venete) e i vertici di Confindustria Udine e Vicenza. Marchi non è nuovo a operazioni editoriali di rilievo: il suo gruppo aveva già acquisito i quotidiani locali del Nord-Est della ex Finegil, poi confluiti nel gruppo Espresso e successivamente in Gedi.

Le cifre ufficiali restano top secret, ma indiscrezioni di mercato parlano di un valore dell’operazione compreso tra i 50 e i 60 milioni di euro, a fronte di perdite che per La Stampa si aggirano attorno ai 12 milioni l’anno. Un passaggio di proprietà che ridisegnerà ancora una volta la geografia dell’informazione italiana, spostando il baricentro editoriale dal Nord-Ovest industriale al Nord-Est manifatturiero.

Ma la partita non si ferma a Torino. Da Roma arrivano voci di una seconda trattativa che riguarda La Repubblica, l’altra grande testata del gruppo Gedi. Il dossier, ufficialmente smentito, è però già arrivato all’attenzione di alcuni ambienti istituzionali. Sul tavolo c’è l’interesse di ANT1 Group, colosso radiotelevisivo greco controllato dalla famiglia di armatori Kyriakou. Il gruppo, attivo in Grecia, Cipro, Romania, Ungheria, Polonia, Slovenia e Repubblica Ceca, sarebbe particolarmente attratto dal comparto radiofonico di Gedi: Radio Deejay, Radio Capital e m2o, tra le più ascoltate in Italia e gestite dalla controllata Elemedia.

Non si parla, almeno per ora, di un’acquisizione diretta del quotidiano la Repubblica, ma di una partnership strategica che potrebbe includere parte delle attività editoriali e digitali legate al marchio. Tuttavia, nel caso in cui l’operazione dovesse andare a buon fine, Elkann completerebbe di fatto la dismissione dell’intero polo Gedi, erede del glorioso Gruppo Espresso di Carlo Caracciolo ed Eugenio Scalfari.

Fondata nel 1867, La Stampa ha rappresentato per decenni il cuore pulsante del giornalismo torinese, accompagnando le grandi trasformazioni dell’Italia industriale. Dopo il passaggio a Gedi e l’ingresso nel perimetro Exor, il giornale ha progressivamente ridotto la propria tiratura cartacea ma mantiene un ruolo di rilievo nel panorama nazionale.

L’uscita di scena di Elkann chiude così un lungo capitolo di storia editoriale. Dalla fine dell’Ottocento al nuovo millennio, la testata è stata un simbolo della borghesia piemontese e del potere economico legato alla Fiat, poi Stellantis. Con il passaggio alla cordata del Nord-Est, il quotidiano cambia pelle, e forse anche vocazione.

Per il gruppo Exor, che già negli ultimi anni aveva ridotto l’impegno nel settore dei media per concentrarsi su automotive, lusso e tecnologia, la cessione segna la conclusione di un ciclo. Se anche la trattativa con ANT1 dovesse andare in porto, scomparirebbe di fatto la storica casa editrice Gedi, un marchio che ha segnato la storia culturale e politica del Paese.

E così, mentre a Torino si prepara il trasloco, l’Italia dell’informazione volta pagina. Dopo quasi cento anni, La Stampa non sarà più “degli Agnelli”. E la Repubblica, simbolo del progressismo scalfariano, potrebbe parlare greco.