Altra notte di guerra in Medio Oriente: Israele colpisce, Teheran minaccia gli USA e Trump risponde
Raid israeliani su siti nucleari iraniani, Khamenei proclama "la battaglia ha inizio". Trump valuta l'intervento militare, mentre l'Iran prepara missili e mine nello Stretto di Hormuz per colpire le basi americane
Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver colpito i siti di produzione di centrifughe usati per il programma nucleare e di armi dell'Iran.
"La battaglia ha inizio". Così scrive – intanto - Ali Khamenei, nella sua prima reazione dopo che il presidente americano Donald Trump ha detto di non avere alcuna intenzione "per ora" di uccidere il leader iraniano.
"La Repubblica islamica trionferà sul regime sionista", aggiunge Khamenei su X. Intanto nella notte nuovo scambio di missili tra Israele e l'Iran. L'esercito dello Stato ebraico ha chiesto ai residenti di un distretto di Teheran di evacuare immediatamente.
Teheran all’attacco, minacce agli USA
L’Iran sta preparando missili ed altre apparecchiature militari per attaccare le basi americani in Medio Oriente qualora gli Stati Uniti si unissero alla guerra di Israele". Lo riporta il New York Times citando alcune fonti americane. "L'Iran potrebbe piazzare mine nello Stretto di Hormuz se gli Stati Uniti si unissero alla guerra di Israele" scrive sempre il Nyt. "Le mine punterebbero a bloccare le navi da guerra americane nel Golfo Persico".
Forti boati si sono uditi nella giornata di ieri a Tel Aviv dopo le sirene di allarme scattate per il lancio di missili dall'Iran. Lo ha constatato l'ANSA sul posto. Allarmi anche a Gerusalemme, nel Golan, nel centro di Israele. Alcuni missili lanciati dall'Iran nel nono attacco della giornata sono caduti nell'area di Gerusalemme e nel centro di Israele.
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha avuto un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dal bunker dove stava tenendo una valutazione sulla situazione.
L'Idf ha comunicato che si è concluso il nono attacco della giornata da parte dell'Iran contro Israele. Quindici missili balistici hanno raggiunto il Paese, una parte è stata intercettata dai sistemi di difesa. Il servizio di soccorso Magen David Adom riferisce che per il momento non risultano feriti.
Trump valuta la prossima mossa
Donald Trump riunisce il suo team di sicurezza nella Situation Room della Casa Bianca dopo aver abbandonato anticipatamente il G7 canadese per la crisi mediorientale. E valuta l'ipotesi di entrare in guerra con Israele contro l'Iran, pur avendo sempre promesso in campagna elettorale di voler evitare nuovi conflitti per gli Usa. Su Truth ha già chiesto una "resa incondizionata" della Repubblica Islamica, dopo aver invitato tutti ad evacuare Teheran e avvisato che "ora abbiamo il controllo completo e totale dei cieli sopra l'Iran" grazie alla superiorità tecnologica militare Usa.
Minacciato anche Ali Khamenei: "Sappiamo esattamente dove si nasconde il cosiddetto 'Leader Supremo'. È un bersaglio facile, ma lì è al sicuro. Non lo elimineremo (non lo uccideremo!), almeno non per ora. Ma non vogliamo che i missili vengano lanciati contro i civili o i soldati americani. La nostra pazienza sta per esaurirsi".
Sul tavolo l'opzione di lanciare un attacco americano contro le infrastrutture nucleari iraniane, in particolare l'impianto sotterraneo di arricchimento dell'uranio di Fordow, profondamente interrato e raggiungibile solo dal più grande "bunker buster" Usa: è il Massive Ordinance Penetrator, o GBU-57, e pesa così tanto - 13.700 kg - che può essere sollevato solo da un bombardiere B-2. Israele non possiede né l'arma né il bombardiere necessari per portarla in quota e sganciarla sopra l'obiettivo.
Fino a lunedì, quando era al G7, Trump ha insistito per un accordo con l'Iran, dandolo quasi per scontato. Ora sta mostrando i muscoli, anche rafforzando la presenza militare americana in Medio Oriente, con altri caccia militari e la portaerei Nimitz. Ma se la combinazione di persuasione e coercizione fallisce, dovrà decidere se questa è la guerra di Israele o quella dell'America.
Funzionari iraniani hanno già avvertito che la partecipazione degli Stati Uniti a un attacco ai suoi impianti metterebbe a repentaglio ogni residua possibilità di raggiungere l'accordo sul disarmo nucleare che Trump dice di voler ancora perseguire. Tornando dal G7, a bordo dell'Air Force One, il commander in chief ha ventilato la possibilità di mandare l'inviato speciale Steve Witkoff o il vicepresidente J.D. Vance a incontrare i negoziatori iraniani, spiegando di volere "una vera fine" alla questione nucleare iraniana, e non solo un cessate il fuoco tra Iran e Israele.