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27/04/2025 ore 15.50
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Ascoli Piceno, striscioni contro il panificio antifascista che aveva celebrato il 25 Aprile

La titolare era stata visitata due volte dalla polizia dopo aver esposto un lenzuolo con un messaggio per la Liberazione. L’europarlamentare Ricci parla di «intimidazione». Il sindaco Fioravanti: «Le vittime sono gli agenti»

di Redazione Cronaca

Due striscioni sono apparsi tra ieri sera e la notte scorsa ad Ascoli Piceno contro Lorenza Roiati, titolare del panificio "L'assalto ai forni", visitata due volte dalle forze dell'ordine e identificata per aver esposto il “lenzuolo antifascista” nel suo negozio con la scritta "25 Aprile, buono come il pane bello come l'antifascismo".

Il sindaco Marco Fioravanti (Fdi) sui controlli effettuati dice: «Le vittime sono gli agenti, attaccati suoi social. La polizia ha fatto il proprio lavoro».

Gli striscioni

Ieri sera è comparso ad Ascoli, in via Luigi Marin, a un centinaio di metro dalla sede della Questura, uno striscione che inneggia Ai forni, scritta nera in stampatello preceduta dalla parola L'assalto cancellato. Lo striscione è stato già rimosso. Il consigliere d'opposizione, Gregorio Cappelli, ha pubblicato un post con il quale denuncia la comparsa di «questo striscione inequivocabile che manifesta quanto in alcuni individui sopravviva una profonda e radicata identità fascista». Cappelli aggiunge che «il sindaco Fioravanti nega che nel comune da lui amministrato siano sempre più frequenti rigurgiti di questo genere e sbaglia visto e considerato che negli ultimi anni siamo ormai sulla stampa nazionale quasi esclusivamente per fatti di questo genere». Il consigliere chiede che «la massima autorità cittadina intervenga immediatamente e difenda la costituzione antifascista sulla quale ha giurato».

Un secondo striscione è apparso nella notte: "Da quel forno un tale fetore che diventa simpatico anche il questore". Una scritta, con vernice nera, affissa in viale De Gasperi, nei pressi dei giardini pubblici.

Il Sap: «Dalla polizia misure ordinarie»

«Gli operatori di Polizia hanno giurato fedeltà alla Costituzione e sono al servizio esclusivo della Nazione, non delle maggioranze politiche di Governo. Nessuno può porsi al di sopra della legge, e la Polizia di Stato non deve essere oggetto di strumentali conflitti ideologici o politici». Il segretario provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) Massimiliano d'Eramo.

«Una manifestazione pienamente legittima e conforme all'articolo 21 della Costituzione», ammette D'Eramo aggiungendo poi che «il compito delle forze dell'ordine è quello di garantire l'imparziale applicazione della legge, senza discriminazioni e del tutto indipendentemente dal contenuto delle manifestazioni di pensiero».

D'Eramo sostiene che il controllo era volto a verificare il rispetto della Legge 8 febbraio 1948, n. 47 sulle disposizioni relative alla stampa e gli specifici obblighi formali per ogni stampato destinato alla pubblica diffusione, come l'indicazione del luogo e dell'anno di pubblicazione e i dati dello stampatore e dell'editore. «Si tratta di una legge approvata dal Parlamento Repubblicano nel 1948, lo stesso Parlamento che trova nel 25 aprile il simbolo delle libertà democratiche riconquistate», prosegue il sindacalista.

Quanto all'identificazione della fornaia, d'Eramo ha precisato che è una misura ordinaria nell'ambito del servizio di Polizia. «In questo caso non è stata effettuata alcuna identificazione formale: alla richiesta su chi fosse, la signora si è semplicemente qualificata come titolare dell'esercizio e autrice dello striscione». L'episodio, secondo quanto riferito dal sindacalista del Sap, si sarebbe concluso senza ulteriori procedure.

L’europarlamentare Ricci: «Intimidazione fascista»

«Ad Ascoli è stato esposto uno striscione vergognoso. Un'intimidazione fascista», così commenta Matteo Ricci, europarlamentare Pd e candidato alla presidenza della regione Marche. «Chiedo a tutte le forze democratiche e antifasciste di non restare in silenzio di fronte a questa minaccia e di vigilare - dice Ricci - al prefetto e al questore chiedo la massima attenzione. Non lasciamo sola Lorenza. Serve far sentire la solidarietà e la vicinanza di tutte e tutti».

Il sindaco: «Le vittime sono i poliziotti»

Il sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti (Fdi) rompe i silenzi sui controlli effettuati il 25 aprile dalla polizia: «Le vittime sono gli agenti di polizia, che hanno subìto una violenta aggressione social solo per aver fatto il proprio lavoro: dopo una segnalazione, come accade ogni giorno e accaduto anche lo scorso anno il 25 aprile, hanno semplicemente verificato il contenuto di uno striscione. Registrato come il contenuto fosse legittimo e non offensivo, non ne hanno ordinato la rimozione e hanno continuato a svolgere il loro lavoro per garantire la sicurezza dei cittadini».

«Matteo Ricci ha fatto sciacallaggio, non è mai stato in questa città, ha dovuto mettere Ascoli Piceno su Google Maps visto che nemmeno dopo il sisma è venuto a portare la solidarietà ai terremotati. Ha strumentalizzato ragazze e ragazzi liberi, che difendevano i propri ideali e i propri valori, interrompendo anche il lutto nazionale nella giornata del funerale del nostro Sommo Pontefice». ha aggiunto a proposito della presenza ieri del candidato dem in città per portare la solidarietà all'imprenditrice.

Buondonno (Avs): «Certi che questore e prefetto provvederanno»

«Siamo certi che questore e prefetto di Ascoli Piceno sapranno provvedere; anche a tutelare un esercizio commerciale e la sua titolare, liberi di celebrare la Resistenza», scrive su Facebook Giuseppe Buondonno della segreteria nazionale di Sinistra Italiana. «Per fortuna - prosegue l'esponente di Avs - eravamo in tanti e tante ad Ascoli, con Lorenza Roiati, una giovane donna coraggiosa. Era emozionata, ma non certo intimidita; sa di non essere sola e sa di stare dalla parte giusta della storia e della vita, quella dell'antifascismo e della democrazia. Grazie a Matteo Ricci, per essere venuto, a Nicola Fratoianni e Ilaria Cucchi, per averla chiamata; e ai gruppi parlamentari di Avs e degli altri partiti di opposizione, per le interrogazioni presentate. Non siamo stati - conclude Buondonno - e non staremo in silenzio, mai».