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27/10/2025 ore 10.20
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Benigni e Braschi, la Melampo rallenta: utili giù e nessun dividendo, ma in cassa restano oltre 100 milioni di euro

La storica società cinematografica fondata dal premio Oscar e dalla moglie registra il primo calo sotto il milione di fatturato: 852mila euro nel 2024 contro 1,4 milioni l’anno precedente. Nessuna distribuzione di utili per la coppia

di Luca Arnaù
Roberto Benigni e Nicoletta Braschi (Foto Ansa)

L’ultimo film prodotto dalla Melampo Cinematografica risale ormai a vent’anni fa, e si intitolava La tigre e la neve. Roberto Benigni, come sempre, era tutto: regista, sceneggiatore, attore e produttore, affiancato dalla moglie e compagna di una vita, Nicoletta Braschi, anche lei protagonista del film. Da allora, la società che ha firmato alcune delle pellicole più amate del cinema italiano ha continuato a vivere di rendita, tra diritti, repliche televisive, spettacoli teatrali e produzioni speciali, ma il tempo ha iniziato a lasciare il segno anche sui bilanci.

L’ultimo esercizio, chiuso nel 2024, segna infatti una svolta simbolica: per la prima volta il fatturato della Melampo è sceso sotto il milione di euro, fermandosi a 852.683 euro contro gli 1,44 milioni registrati l’anno precedente. L’utile netto, anch’esso in calo, si è attestato a 184.353 euro, ben lontano dai 733.782 euro del 2023. Un dimezzamento che non rappresenta certo un dramma economico per la coppia, ma che fotografa un trend ormai consolidato: il progressivo ridimensionamento dell’attività produttiva di una delle realtà indipendenti più iconiche del panorama cinematografico italiano.

Per la prima volta, inoltre, Benigni e Braschi non hanno distribuito alcun dividendo. Nessun assegno, nemmeno parziale. Negli anni precedenti, invece, la Melampo aveva versato ai due soci quote consistenti: 300mila euro nel 2023 e 330mila nel 2022. Questa volta no. I coniugi hanno preferito lasciare tutto nelle casse della società, segno forse di una prudenza gestionale, o di una consapevolezza che il periodo d’oro è ormai alle spalle.

Eppure, parlare di crisi sarebbe eccessivo. Benigni e Braschi restano tra i pochi artisti italiani a potersi definire produttori di sé stessi con un patrimonio costruito interamente nel tempo. In bilancio, alla voce diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione opere dell’ingegno, figura un valore storico da capogiro: 106.858.676 euro. Una cifra “ammortizzata” negli anni ma che racconta meglio di qualunque numero la potenza economica di una filmografia che va da Il mostro a La vita è bella, passando per Asterix e Obelix contro Cesare e per il discusso Pinocchio, costato moltissimo e rientrato solo parzialmente nelle spese.

La Melampo, fondata nel 1983, ha rappresentato per Benigni la chiave della libertà artistica. Gli ha consentito di produrre e dirigere film senza compromessi, di scrivere da solo la propria leggenda. Il picco, ovviamente, resta La vita è bella, la pellicola del 1997 che lo consacrò agli Oscar con tre statuette e incassi stellari. Da allora la società ha continuato a generare utili e a vivere di un ricchissimo catalogo di diritti, ma il ritmo si è fatto sempre più lento.

Negli ultimi vent’anni, i lavori più rilevanti di Benigni e Braschi sono stati spettacoli teatrali e televisivi, spesso dedicati alla Divina Commedia, alla Costituzione e, più di recente, all’Unione europea. Produzioni che hanno consolidato il profilo culturale dell’artista ma che non hanno portato in cassa numeri paragonabili a quelli del grande schermo. “Vivono dei diritti di ciò che hanno creato”, spiegano gli addetti ai lavori. “E, considerato il loro patrimonio, possono farlo serenamente per altri vent’anni”.

Accanto alla Melampo, i due artisti controllano in parti uguali anche la Tentacoli Edizioni Musicali Srl, che gestisce i diritti sonori e le colonne sonore dei film firmati dalla coppia. Anche qui, però, i numeri mostrano un rallentamento. Il fatturato dell’ultimo anno si è attestato a 158.346 euro, in leggero aumento rispetto ai 120mila dell’esercizio precedente, ma l’utile netto si è dimezzato, passando da 81.179 a 40.154 euro, anche per via di spese straordinarie non specificate nella relazione degli amministratori.

Benigni e Braschi, tuttavia, restano una delle coppie più solide e iconiche del cinema italiano. La loro carriera, cominciata insieme sul set di Tu mi turbi nel 1983, si è trasformata in un sodalizio umano e artistico capace di attraversare quattro decenni, un Oscar, un successo planetario e poi un lungo, silenzioso ritiro nella serenità.

Oggi, a 72 anni, Roberto Benigni continua a essere un simbolo di un’epoca in cui il cinema italiano sapeva coniugare arte e popolarità. E anche se i bilanci della Melampo raccontano di un’attività rallentata, i numeri complessivi dicono che la sua stagione d’oro non è stata sprecata. Da quando la società è nata, oltre cento milioni di euro sono transitati nelle sue casse. Una ricchezza costruita con film che hanno fatto la storia e che continuano a vivere, ogni volta che un bambino scopre Guido e Giosuè in La vita è bella.

Un patrimonio non solo economico, ma anche simbolico. Perché se i numeri calano, resta intatto ciò che Benigni e Braschi hanno rappresentato: la prova che, almeno una volta, in Italia l’arte e l’amore hanno saputo camminare insieme — e fare anche ottimi bilanci.