Sezioni
Edizioni locali
15/08/2025 ore 15.26
Italia Mondo

Bollette luce e gas, dal 2026 il cambio di fornitore in un solo giorno: i vantaggi e le incognite della riforma Arera

Dal 1° gennaio 2026 lo “switching” avverrà in 24 ore. Un passo verso un mercato più concorrenziale, ma con il timore di abusi e burocrazia invariata

di Luca Arnaù

Cambiare fornitore di luce o gas non sarà più un’operazione lenta e a scadenza mensile. Dal 1° gennaio 2026, in Italia, basteranno 24 ore per completare il passaggio. L’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) sta mettendo a punto gli ultimi dettagli della riforma che punta a semplificare lo “switching” e allineare il sistema nazionale alla direttiva europea, nata per rendere più fluido il mercato e favorire la concorrenza.

Oggi, per passare da un operatore all’altro, occorrono in media uno o due mesi. Il cambio viene attivato di norma il primo giorno del mese: se la richiesta arriva entro il 10, l’operazione scatta il mese successivo; se arriva dopo, slitta di un mese. Con la riforma, invece, il cliente potrà firmare il nuovo contratto e trovarsi già il giorno dopo con un nuovo fornitore, senza lunghe attese.

La decisione è il frutto di un percorso avviato nel 2022 per dare attuazione al Dl 210/2021, che recepisce la direttiva Ue 2019/244. L’obiettivo è rendere più semplice e veloce l’accesso alle offerte più convenienti e, allo stesso tempo, costringere le aziende a competere non solo sul prezzo ma anche sulla qualità del servizio.

Ma se la rapidità entusiasma i consumatori più attenti, suscita anche qualche preoccupazione tra gli operatori. Il timore è il cosiddetto “turismo energetico”: clienti che cambiano continuamente fornitore per approfittare di promozioni lampo o, nei casi peggiori, utenti morosi che usano lo switching per evitare di saldare le bollette.

Nella delibera 117/2025/R/eel, con cui ha concluso la consultazione pubblica, l’Arera ha raccolto osservazioni da cinque associazioni di operatori, due associazioni di consumatori, otto aziende del settore e da Terna. Tra le proposte, c’è l’ipotesi di introdurre un tetto massimo di cambi consentiti in un anno o di chiedere una cauzione al momento della richiesta, in modo da scoraggiare comportamenti opportunistici.

Il contesto in cui si inserisce la riforma è quello di un mercato già in movimento. Secondo il Rapporto di monitoraggio Arera pubblicato a febbraio 2025, nel settore elettrico quasi un cliente domestico su cinque ha cambiato operatore nei primi nove mesi del 2024. La fascia più attiva è quella tra i 18 e i 29 anni, con un tasso di cambio del 28,9%. Numeri in crescita, ma frenati dalla complessità della procedura attuale.

E qui si apre un’altra questione: la velocità dello switching non significa automaticamente meno burocrazia. Documenti, verifiche e passaggi tecnici potrebbero restare invariati, rendendo il processo formalmente più rapido ma non necessariamente più semplice da gestire per l’utente medio.

La liberalizzazione del mercato dell’energia ha già spinto milioni di famiglie a guardarsi intorno per scegliere tariffe migliori. Dal 2026 il cambio sarà più veloce, ma il vero banco di prova sarà capire se questa rivoluzione porterà benefici reali o se, tra rischi di abusi e procedure ancora complesse, si tratterà solo di una corsa contro il tempo.