Braccio di ferro a La7, Mentana avverte Cairo: «Se non arriva la conferma entro giugno lascio il Tg»
Il direttore del TgLa7 rompe il silenzio sui social: «Devi capire tu quando è il momento di staccare». Ma è un messaggio chiaro al patron della rete
«Il 2 luglio saranno 15 anni da quando presi la guida del TgLa7. Un grande viaggio, anche per me che pure avevo vissuto i primi 12 anni del Tg5, e da redattore ne avevo trascorsi 9 al Tg1». Con queste parole, pubblicate sul suo profilo Instagram, Enrico Mentana ha aperto un post che ha fatto sobbalzare mezza Italia.
Un bilancio professionale, certo. Ma anche – e soprattutto – un possibile addio annunciato, seppur in forma implicita. Il passaggio che ha acceso gli allarmi arriva qualche riga più in là: «Il più grande insegnamento è un altro: devi capire tu quando è il momento di staccare, senza che siano gli altri, o il pubblico, a dirtelo». Un aut aut? Una riflessione amara? Un avvertimento ai piani alti di La7? Di certo, una frase che non è passata
inosservata.
La sua avventura alla direzione del TgLa7, cominciata nel 2010, è stata una lunga cavalcata fatta di dirette fiume, maratone elettorali, notti passate a spiegare la politica a un pubblico che – con lui – si è affezionato
a un modo diverso di fare informazione. Eppure oggi, a ridosso della presentazione dei palinsesti per la stagione 2025/2026, la presenza di Mentana non è ancora confermata. Una scelta non neutra, specie
considerando che il contratto in corso scade soltanto nel 2026.
Sui social si è scatenato un coro unanime di preoccupazione. «Ma tu, Enrico, non azzardarti ad abbandonare», scrive Cristina Parodi. «Non facciamo scherzi», «L’unico tg che guardo», «Va tutto in malora, tu non puoi lasciarci proprio ora», si legge nei commenti. C’è chi invoca la terza guerra mondiale e chi, come Ezio Greggio, prova a stemperare: «Grande Chicco!».
Ma le ragioni di un possibile addio potrebbero risiedere non nei numeri o nei soldi – che nel caso di Mentana non sono mai stati il vero nodo – quanto piuttosto in una questione di fiducia e direzione. L’identità editoriale del TgLa7, legata da sempre al carisma e all’autonomia del suo direttore, potrebbe trovarsi a un bivio. Mentana – raccontano fonti vicine alla redazione – avrebbe chiesto garanzie chiare sul futuro, soprattutto rispetto alla possibilità di continuare a gestire il notiziario senza condizionamenti.
Ma al momento, da parte dell’editore, non è arrivata una risposta ufficiale. Il precedente con il Tg5 brucia ancora. Nel 2004, l’uscita di scena fu tutt’altro che indolore: Mentana lasciò Mediaset dopo un durissimo scontro con l’azienda e con l’allora premier Silvio Berlusconi. Al suo posto fu chiamato Clemente Mimun. Anche allora, alla base della frattura, ci fu una divergenza sulla linea editoriale.
E oggi, vent’anni dopo, lo spettro di un bis torna ad affacciarsi. Cosa accadrà ora? Il tempo stringe: il 30 giugno è considerato il termine ultimo per una decisione. Se entro quella data non arriverà il segnale atteso, Mentana potrebbe davvero decidere di “staccare”, lasciando orfano il telegiornale che più di tutti porta il suo marchio inconfondibile.
Ma non è solo la redazione a trattenere il fiato. È il pubblico, fedele, appassionato, ormai quasi partecipe della narrazione quotidiana costruita con rigore e stile da “Chicco” in questi quindici anni. Un addio ora non sarebbe solo un cambio di direzione: sarebbe un colpo al cuore dell’informazione televisiva italiana. E forse, anche di un certo modo di intendere la tv.