Breviario di un Conclave: gli “spettri” che agitano le decisioni dei porporati
Mentre si cerca un Papa capace di portare avanti politica e dogmi di Francesco, la Congregazione generale sembra un falò in cui la legna serve più a “bruciare” i nomi che ad emanare la luce per illuminare la scelta
Nonostante continui incessante il commovente fiume umano, il quale si snoda attorno a Santa Maria Maggiore, al fine di rendere omaggio alla tomba del defunto Francesco, in questi giorni di pre conclave vi sono due “spettri” che agitano le decisioni dei porporati: Mons. Viganò (scomunicato a divinis) e il Cardinal Becciu.
Difatti se il primo - da sempre avversario teologico ed ecclesiale - di Francesco (al punto che persino sul suo letto di morte, avvenuto quattro giorni dopo il Pontefice) non gli ha risparmiato i soliti blasfemi anatemi, il secondo vive e lotta in modo asimmetrico.
Quest'ultimo, ci si ricorderà, è stato al centro di un processo morale e legale, da parte della giustizia vaticana, che lo ha visto condannato in primo grado e sebbene in un primo tempo ha tentato di far valere il proprio diritto di partecipare al conclave tra gli elettori, adesso adombra una sua rinuncia al proprio esserci.
Immediatamente soggiungono la ferma ed ermetica “contrarietà e chiusura” del Cardinal Segretario di Stato Parolin (pure in difesa delle determinazioni volute dal Papa morto), ma soprattutto per non prestare il fianco ad una delegittimazione verso qualsivoglia “candidatura pontificale italiana”, perciò persino la di lui stessa, ovvero di Parolin in persona.
Parimenti, ciò avviene in un clima nel quale si cerca con insistenza un Vicario di Cristo, capace di portare avanti, coerentemente, politica e dogmi di Francesco, in cui però la Congregazione Generale dei Cardinali - in seno alla quale moltissimi nemmeno si conoscono - assume la metaforica allegoria di un falò, laddove la legna serve più a “bruciare” i nomi e non ad emanare la luce per far illuminare la scelta dello Spirito Santo.