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09/08/2025 ore 06.49
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Crolla il mito di Elon Musk: è lui la figura più detestata d’America. In testa ai sondaggi il papa americano

La popolarità del fondatore di Tesla (che perde utili e immagine) e SpaceX è precipitata. Il suo appoggio a Trump, poi sconfessato pubblicamente, ha alienato sia i Democratici che i Repubblicani. In cima ai più amati? Zelensky e Leone XIV

di Luca Arnaù

Il Re Mida della Silicon Valley, l’uomo che voleva portarci su Marte e che si vantava di poter spegnere una guerra con un tweet, oggi è più impopolare di Benjamin Netanyahu. Elon Musk, per anni osannato come genio visionario e imprenditore globale, è diventato ufficialmente la figura pubblica meno gradita d’America. Il dato arriva dall’ultima indagine Gallup, e non lascia molto spazio ai dubbi: il 66% degli americani ha un’opinione negativa di lui, mentre solo un terzo continua a stimarlo. Il restante 6%? Si limita a non avere un’opinione. Il risultato è un indice di popolarità in caduta libera: -28, rispetto al già preoccupante -4 di gennaio.

In altre parole, Musk è passato da figura divisiva a personaggio respingente. Ha superato perfino Netanyahu, fermo a un comunque non rassicurante -20 di gradimento. Il primo ministro israeliano, in piena tempesta diplomatica e militare, viene percepito meglio del magnate californiano. E non è un caso.


La discesa agli inferi dell'immagine pubblica di Musk ha un punto d'origine preciso: il suo ingresso nell’amministrazione Trump, dove avrebbe investito centinaia di milioni per sostenere il ritorno del tycoon alla Casa Bianca. Un’alleanza politica che gli è valsa il soprannome di first buddy del presidente e la guida di una task force dai toni vagamente distopici: il Dipartimento per l’Efficienza del Governo, acronimo DOGE — in onore della sua meme-coin preferita.

Peccato che il matrimonio non sia durato: i due si sono separati malamente, tra frecciate, post velenosi e accuse reciproche. Musk ha persino ventilato pubblicamente il coinvolgimento di Trump nel caso Epstein, un'accusa esplosiva, che ha fatto infuriare i sostenitori MAGA. Risultato? I Democratici lo detestano (-86) e anche i Repubblicani si sono stancati di lui.

Il sondaggio Gallup, condotto tra il 7 e il 21 luglio, ha messo a confronto 14 figure pubbliche americane e internazionali. Musk è in fondo alla lista. Peggio di tutti. E non solo per motivi politici: secondo un’analisi del Williams College, le sue dichiarazioni estreme e le sue sparate via social starebbero disincentivando l’acquisto di auto elettriche in generale. Non solo le Tesla. Come dire: fa più danni da solo che tutti i lobbisti dei combustibili fossili messi insieme.

Non sorprende che anche i numeri aziendali inizino a soffrire. Tesla ha appena chiuso il secondo trimestre del 2025 con un calo del 16% degli utili netti e un -12% nei ricavi. La concorrenza cinese galoppa, l’immagine di Musk tira meno, e il suo coinvolgimento politico ha portato più grane che benefici.

Nel sondaggio Gallup, i suoi “compagni di discesa” non se la passano molto meglio. Joe Biden e JD Vance condividono un malinconico -11, Donald Trump e Marco Rubio sono fermi a -16, mentre l’ex deputata Alexandria Ocasio-Cortez naviga appena sotto zero con un -4. Il migliore tra i volti MAGA è Robert F. Kennedy Jr. con un sorprendente -5, ma anche lui resta sotto.

A ribaltare il trend ci pensa, a sorpresa, Bernie Sanders, che si guadagna un +11 di gradimento grazie alla sua crociata contro gli oligarchi e al recente tour insieme alla Ocasio-Cortez. Ma il podio dei “più amati” spetta a due figure internazionali: Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino, vola a +18 — nonostante l’accusa di Trump che lo definì “dittatore” — e Papa Leone XIV, il primo pontefice americano, è in testa con un impressionante +46. Forse perché è l’unico, in tutto questo teatrino, a non avere un account su X.

Elon Musk, invece, continua a postare. Ma ogni tweet sembra un boomerang. Il suo stile aggressivo, spesso sarcastico, non fa più ridere. I meme su Bill Gates erano simpatici nel 2020. Nel 2025, tra intelligenze artificiali non controllate, guerre in corso e crisi energetiche, suonano fuori tempo massimo. Anche le sue aziende satelliti, da Neuralink a SpaceX, vengono percepite sempre più come “giocattoli da miliardario” e sempre meno come soluzioni per il futuro dell’umanità.

Il problema non è solo la politica. È l’arroganza, la mancanza di misura, l’autoreferenzialità tossica. Con la ricchezza si comprano tante cose, ma non la simpatia. E con l’arroganza si fanno un sacco di nemici. La parabola di Musk, da eroe a villain, è un caso da manuale di autodistruzione reputazionale.

L’America ha bisogno di sognatori, certo. Ma ha smesso di credere a chi sogna solo per sé stesso.