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12/08/2025 ore 15.19
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Delitto di Garlasco, i pm: «Il dna di ignoto 3 deriva da una contaminazione durante l’autopsia»

I nuovi accertamenti affidati all'antropologa Cattaneo. I legali di Stasi: «Nelle prime indagini errori idonei alla revisione»

di Redazione Cronaca
Chiara Poggi

Nuovo colpo di scena nel caso di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto del 2007 e per il cui omicidio è ora indagato Andrea Sempio, mentre è già stato condannato in via definitiva l'allora fidanzato della ragazza Alberto Stasi. Per la procura di Pavia il dna ignoto trovato su una garza utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, potrebbe essere riconducibile a una contaminazione con precedenti esami autoptici. Per questo la stessa procura ha affidato nuove verifiche alla antropologa e medico legale professoressa Cristina Cattaneo.

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«A seguito del rinvenimento di un profilo genetico sconosciuto su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici». Lo spiega la procura di Pavia in una nota in cui dà conto noto il risultato delle analisi comparative, non previste nell'ambito dell'incidente probatorio, effettuate dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani nella nuova inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi. Il risultato della comparazione fatta con "preparati istologici" di cinque maschi la cui autopsia è stata fatta in concomitanza con quella di Chiara Poggi «ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E».

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Nello stesso comunicato, la Procura spiega di avere affidato Cristina Cattaneo, che si è occupata fra l'altro del caso di Yara Gambirasio, «nuove verifiche sulle cause della morte». «Per garantire una valutazione più ampia degli elementi raccolti, sia in sede medico-legale sulla vittima, sia sul luogo del delitto, la Procura - prosegue la nota - ha incaricato come ulteriore consulente del Pubblico Ministero la Prof.ssa Cristina Cattaneo, Professore Ordinario del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell'Università degli Studi di Milano, figura di riferimento nel campo dell'antropologia e medicina legale».

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Non si è fatta attendere la presa di posizione dei difensori di Alberto Stasi, gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, secondo cui la la scoperta della contaminazione di quel Dna sulla garza usata per l'autopsia sul corpo di Chiara Poggi è uno "di questi gravissimi fatti" che «compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi e sono già di per sé idonei ad ottenere una revisione della sua condanna».

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«Come più volte ricordato dalla difesa di Stasi - spiegano i legali - la natura del Dna rinvenuto sulla garza andava verificato con estrema attenzione e anzitutto andava esclusa la contaminazione con tutti i confronti possibili». Secondo gli avvocati i diligenti accertamenti svolti dalla Procura di Pavia ed il relativo esito comunicato stamattina evidenziano «un fatto gravissimo che, a prescindere dalle ulteriori iniziative che si valuteranno di assumere, dimostra, ancora una volta, la totale inaffidabilità degli accertamenti svolti nel 2007, che si somma a tutti gli ulteriori errori commessi ed emersi negli ultimi mesi».

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«Chi accoglie con favore la contaminazione, dimentica che questi gravissimi fatti compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi e sono già di per sé idonei ad ottenere una revisione della sua condanna» sottolineano Bocellari e De Rensis che concludono: «la nomina della dottoressa Cattaneo, antropologa e medico legale di grandissima fama e competenza, conferma, ancora una volta, l'assoluta serietà dell'indagine in corso e la volontà della Procura di Pavia di rivedere ogni singolo aspetto di questa tragica vicenda».